Droga agli studenti, il “market” era in stazione

SAN VITO. Un giro di spaccio che gravitava nella zona della stazione ferroviaria di San Vito è stato scoperto dai carabinieri del Norm di Pordenone, ai comandi del luogotenente Giovanni Cito: marijuana e hashish ceduti in particolare a studenti, spesso anche minorenni. In seguito all’indagine, denominata “Pasha” e coordinata dal sostituto procuratore Monica Carraturo, il gip Rodolfo Piccin ha emesso l’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di un pakistano e di un afghano, richiedenti asilo senza fissa dimora e con precedenti proprio in materia di droga.
Per ora è stato possibile eseguire la misura cautelare solo per uno dei due indagati, quello che aveva, comunque, il ruolo principale nell’ambito del sodalizio: si tratta di Kan Tandir, 25enne pakistano. Si era reso irreperibile da tempo e sembrava aveva fatto perdere le sue tracce, tanto da far ipotizzare che avesse abbandonato la provincia o addirittura il territorio nazionale. Invece, i carabinieri di una pattuglia dell’aliquota radiomobile sono riusciti a trovarlo proprio a San Vito. Niente da fare per l’altro indagato, un 27enne afghano, A.A., che è ancora a piede libero e si teme sia ormai fuori dall’Italia.
L’indagine è stata avviata in aprile e ha consentito ai carabinieri di acquisire elementi di prova consistenti, in particolare a carico di Tandir, ritenuto responsabile di numerosissime cessioni di stupefacenti a giovani assuntori. Il luogo di ritrovo e di smercio preferito era la stazione. Il pakistano si faceva trovare nelle fasce orarie in cui si registra il maggior afflusso di pendolari. Arrivavano studenti, alcuni dei quali non ancora maggiorenni, e adulti. La fascia anagrafica della clientela andava dai 16 ai 40 anni.
Accertate oltre 30 cessioni, per un totale di almeno mezzo chilo di droga che veniva pagata circa 10 euro al grammo, dalla primavera del 2016 all’autunno-inverno 2017. Il pakistano era diventato, stando a quanto emerso dall’indagine, il punto di rifermento per chi cercava droga nella zona.
Per questa rete di spaccio al dettaglio si avvaleva anche della compiacenza di alcuni giovani assuntori di sua fiducia (poi ripagati con la cessione gratuita o a prezzo inferiore di una dose), per nascondere la droga. Un astuto stratagemma per evitare il proprio coinvolgimento diretto in caso di arrivo delle forze dell’ordine.
Tutto era filato liscio sino a quando l’intensificazione dei controlli da parte dei carabinieri, anche con l’ausilio del nucleo cinofili, ha permesso di sequestrare nel luglio 2017 circa 25 grammi di marijuana in possesso di un giovane assuntore, ma riconducibili a Tandir. Poi, in dicembre, l’arresto dell’afghano, trovato in possesso di quasi 130 grammi di marijuana, di 300 euro in contanti (provento di spaccio) e di un bilancino di precisione. I due erano poi risultati in contatto tra loro. Nel corso dell’indagine, nella quale sono stati impegnati anche i carabinieri della stazione di San Vito, sono stati sentiti oltre 40 testimoni.
Dopo l’arresto Tandir si è difeso negando tutto. Dovrà rispondere in concorso di detenzione e cessioni di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver dato la droga a dei minori.
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