Dopo la neve, ecco la pioggia: nuova emergenza in montagna Tarvisio: strade bloccate, scuole chiuse per due giorni Una valanga d’acqua sul Friuli: è record di precipitazioni Tutte le foto e i video dei lettori

TARVISIO. È sempre emergenza nella montagna friulana. nel Tarvisiano. La perturbazione che ha scaricato due metri di neve in tre giorni, all'alba di ieri si è tramuta in pioggia e al mattino la situazione della viabilità delle strade era veramente al limite, nonostante gli addetti abbiano operato incessantemente per tutta la notte.
Scuole chiuse. Il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni ha prorogato l'ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado anche per le giornate di lunedì e martedì. Da Cave del Predil non è ancora possibile scendere nel capoluogo a causa dell'interdizione al traffico della Statale 54 soggetta al pericolo di valanghe ed anche i collegamenti con le altre frazioni presentano ancora delle problematiche, inoltre, la scelta del sindaco è motivata anche dal fatto che nei centri abitati persiste il pericolo di caduta neve dai tetti. Quindi è opportuno evitare che i giovani possano correre dei rischi.
Durante la notte è caduta un altra trentina di centimetri di neve. In Valcanale è esempre emergenza, ma continua il grande lavoro dei mezzi di sgombero neve. La viabilità è migliorata rispetto a ieri, aperti anche i parcheggi a servizio di piste e impianti dello sci. Ma è attesa altra neve, decine di centimetri per questa sera, quindi prosegue il lavoro incessante dei mezzi comunali e delle ditta appaltatrici, della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato e dei privati e per ritornare a un minimo di normalità sarà da attendere ancora qualche giorno..
Ieri invece si sono susseguite continue interruzioni e il sindaco Carlantoni ha protestato con Fvg Strade per la “scandalosa” gestione della Serpentina (aperta ieri pomeriggio). A complicare la situazione nei giorni scorsi c'è stato anche un aumento dei transiti sulla Statale 13, poichè essendo chiusa l'autostrada in Austria fino a ieri mattina i mezzi venivano fatti uscire a San Leopoldo e indirizzati verso la Carinzia sulla viabilità normale. La Statale 54 per Cave del Predil continua a essere chiusa per il pericolo di valanghe ed è percorribile solamente per le emergenze.
L'ex centro minerario è praticamente isolato dato che anche la provinciale che sale a Sella Nevea è stata chiusa per lo stesso motivo. Criticità, ieri mattina, si sono evidenziate, oltre che nel capoluogo anche nelle altre frazioni, specie a Camporosso, Coccau, Fusine e Riofreddo, ma durante la giornata è stato possibile riaprire le strade interne. La pioggia ha appesantito la neve e i tetti hanno cominciato a scaricarla con gravi rischi per passanti e le auto in transito, causando anche interruzioni della viabilità.
Poco prima di mezzogiorno, la neve caduta dal tetto di un edificio è piombata su un'auto in transito in via Vittorio Veneto. A bordo del mezzo c'erano i tecnici e gli atleti della nazionale finlandese di salto con gli sci che stavano andando in Slovenia; fortunatamente nessuno si è ferito, solo uno di loro, il 19enne Olli Salmela ha riportato una contusione al collo.
Per coordinare gli interventi, ieri, il sindaco e il vice Renzo Zanette hanno organizzato una riunione in Municipio, presenti i rappresentanti delle entità operanti sul campo. Mario Della Mea dei Vigili del Fuoco ha annunciato l'arrivo di altri 5 mezzi in aggiunta a quelli già operanti da venerdì, mezzi che saranno impiegati per mantenere aperta la via Romana fino a Coccau e l'area del villaggio Florianca. Di concerto con le squadre comunali sta operando anche la Protezione civile (rappresentata dall'ingegnere Raffaella Tuzzi), che ha inviato in Valcanale una decina di mezzi.
Con i responsabili tecnici Amedeo Aristei e Luigi Vuerich sono state concordate le priorità, mentre la polizia locale, i Carabinieri e la Polizia di Stato si sono assunte le responsabilità della regolazione del traffico durante i lavori. A dare man forte sono all'opera anche i mezzi del Corpo Forestale dello Stato, dell'Anas e delle ditte appaltatrici. In serata ha ripreso a nevicare e per oggi sono previste altre precipitazioni.
Pioggia record. Il titolo di gennaio più piovoso era già acquisito dopo le prime due decadi, adesso quindi è stato messo al sicuro - come si dice in termini sportivi -: un primato di cui nessuno sentiva il bisogno.
E in certe località, dove ci sono le centraline dell’Osmer-Arpa, si segnalano dati da far strabuzzare gli occhi: la stazione del Musi segnala che nel primo mese del 2014 sono caduti 1.071 millimetri d’acqua (cioè più di quanto è piovuto in tutto il 2006 a Udine), a Tolmezzo 665, a Gemona 748, a Tarvisio 361, a Lignano 269, a Pordenone 408 (da vent’anni mai tanta pioggia in un mese, qualsiasi9 e a Trieste soltanto 101, meno di quanto è piovuto a Udine venerdì 31.
Infatti, nell’ultimo giorno del mese scorso nel capoluogo fruiulano sono caduti 132 millimetri d’acqua. Più del quantitativo medio di pioggia caduto in un mese intero negli ultimi 20 anni.
Dal 1992 al 2013 infatti la media delle precipitazioni rilevate in città nel mese di gennaio è di 81 millimetri, 81 millimetri in 31 giorni contro i 132 caduti nell’arco di 24 ore venerdì.
Di sicuro, in base ai dati disponibili all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), quello del 2014 è stato il gennaio più piovoso a Udine dal ’61 a oggi. La centralina di Sant’Osvaldo ha infatti misurato 463 millimetri di precipitazioni, più di 5 volte il dato medio mensile.
Anche febbraio comunque non è partito male: ieri fino alle 17 in città sono caduti 50 millimetri e la media mensile di febbraio è 61. A Bordano, sempre fino alle 17, 136 millimetri, a Barcis 101, a Gemona 70, a Pordenone 67 e a Tolmezzo 92.
Tanta pioggia insomma, che continuerà a cadere anche nei prossimi giorni. Le previsioni dell’Osmer infatti non sono per nulla buone.
«Ancora tanta pioggia in pianura e sul collinare e tanta neve in montagna», sintetizza Sergio Nordio. Per oggi ci si attende cielo coperto con piogge da moderate ad abbondanti sulla costa, intense in pianura.
Nevicate da abbondanti ad intense in montagna oltre i 500 metri circa sulle Alpi, 1200 metri circa sulle Prealpi. Sulla costa soffierà Bora moderata.
Nel pomeriggio-sera probabile un’attenuazione delle precipitazioni. Ma sarà solo una piccola tregua.
Anche per domani infatti sono attese neve in montagna e piogge a bassa quota, probabilmente più moderate e intermittenti su pianura e costa. E martedì è in arrivo un altro fronte atlantico.
È al grado massimo (5) il pericolo di valanghe sul Friuli Venezia Giulia. Operano sul territorio regionale 650 volontari della Protezione civile, di cui 420 impiegati in interventi per allagamenti di strade e edifici, di prevenzione pericolo esondazione e sgombero neve nei comuni montani.
Nel territorio montano operano anche i tecnici del settore Neve e Valanghe del Corpo Forestale Regionale a supporto dei Comuni per le valutazioni tecniche di pericolo delle valanghe potenzialmente incombenti su viabilità e centri abitati.
Dall’inizio dell’emergenza sono stati attivati 1.630 volontari suddivisi in circa 300 squadre e 20 tecnici della Protezione civile.
Significativi i dati che giungono dal consorzio Ledra - Tagliamento. Di particolare rilievo è l’effetto del funzionamento del canale scolmatore Corno-Tagliamento che ha sta registrando portate di ben 65 metri cubi al secondo di portata scolmata (100 metri cubi al secondo è la potenzialità massima).
Un’azione che sta permettendo di evitare esondazioni disastrose nei territori dei Comuni di Rive d’Arcano, Coseano, Mereto di Tomba e Codroipo e che ha ridotto al minimo i fenomeni lungo il Taglio e lo Stella.
Un primo consuntivo stima in circa 15 milioni di metri cubi (pari a 15 miliardi di litri) il volume di acqua scolmato. Una tale massa d’acqua avrebbe avuto effetti devastanti oltre che sui territori sopra indicati anche sulla bassa a Varmo, Rivignano, Precenicco e San Giorgio di Nogaro.
Il monitoraggio delle prese e dei nodi idraulici gestiti dal Consorzio rileva valori elevati del fiume Ledra ad Andreuzza di Buia (portata stimata di circa 100 metri cubi al secondo) e del Torrente Torre a Zompitta, in comune di Reana del Rojale (portata stimata di circa 140 metri cubi al secondo).
Inoltre si registrano ancora in funzione i sistemi di scolmatori di piena nel bacino del Destra Torre tra Udine e Palmanova con particolare riferimento allo scolmatore “del Sassetto”.
Tali sistemi si stima che abbiano scolmato un volume d’acqua di circa 2 milioni di metri cubi (pari a 2 miliardi di litri) che avrebbe invaso i territori e i centri abitati nei comuni di Pavia di Udine, Trivignano Udinese, Santa Maria La Longa, Palmanova, Visco con ripercussioni anche nei territori della bassa nei comuni di Bagnaria Arsa, Aiello, Ruda, Cervignano e Torviscosa.
Permane, invece, elevata la criticità sul Cormor, con rischio di chiusura della ferrovia Venezia-Trieste e della strada regionale triestina, a riprova della necessità di attuare le previsioni del piano stralcio di sicurezza idraulica con in primis il canale scolmatore Cormor-Torre.
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