Dopo cento anni l’Enel chiude la sede

UDINE. Il suono della sirena fa calare il sipario sulla centenaria storia della sede della società friulana di elettricità (Sfe), divenuta ai giorni nostri Enel, in via Uccellis.
L’intero stabile chiuderà entro l’anno i battenti e gli oltre 200 dipendenti verranno smistati in tre edifici, in via Savorgnana dove è stato recentemente inaugurata l’area commerciale, in viale Venezia e in via dei Carlini che ospiterà la parte operativa.
L’ultimo atto è andato in scena davanti alla palazzina che per sessant’anni è stata la “casa” dell’associazione ricreativa assistenziale (l’Arca), costruita in ricordo dei lavoratori caduti in servizio.
I dipendenti dell’Enel, prima dei saluti e dei discorsi, hanno fatto suonare una sirena e tolto la targa in bronzo affissa al muro dell’edificio che ricordava l’importanza del dono fatto ai soci lavoratori.
«Ci hanno sfrattati – ha detto il presidente dell’Arca, Bernardo Princic, durante il suo intervento –. Ci troviamo qui per l’ultima volta, in questo luogo, che per oltre 100 anni dal suo primo utilizzo, ha visto tante persone abbandonare parti di vita diverse, eppure così uguali.
Di tutti i luoghi che ci appartengono, questo resterà uno tra i più speciali, perché oltre a permetterci di lasciare un pezzo felice del nostro cuore, ci ha concesso di approfondire una storia, creando legami d’amicizia che in altre parti non sarebbero stati possibili».
L’edificio ricreativo – uno dei tanti del grande complesso della storica società friulana di elettricità – era il luogo di ritrovo dei dipendenti. “Una specie di dopolavoro – hanno ricordato i soci – dove tenevamo incontri, mangiavamo insieme, festeggiavamo insieme alle famiglie i momenti più importanti dell’anno, come il Natale. Insomma era la nostra seconda casa».
Dotato di bar, cucina, mensa, sala lettura e biblioteca sorge vicino a dove una volta c’era l’officina dei tram di Udine. Un luogo storico che i soci dell’Arca non avevano alcuna intenzione di lasciare. A tal punto che la protesta rischiava di sfociare fino a qualche giorno fa in manifestazione.
«Qualcuno – rivela Princic – era pronto a incatenarsi davanti alla sede ma poi pensando a quanti giovani non hanno un posto di lavoro e soffrono per averlo, abbiamo deciso di fare retromarcia. Certo la decisione di lasciare questa palazzina dove sono conservati tutti i nostri ricordi non ci piace».
La nuova sala ricreativa avrà sede ora in viale Venezia, in uno spazio di 40 metri quadri. «Vedremo come fare – continua Princic –. In questa palazzina tenevamo anche dei corsi culturali ed enogastronomici. Mi ricordo ancora quando Padre Turoldo è venuto a trovarci. C’era la gente in strada».
Tra i presenti anche Pietro Vuan, 34 anni di servizio. «Partivo con il treno alle 5.40 per essere qui alle 7.30. Mangiavo su quel marciapiede – racconta – e c’erano anche due alberi di cachi».
«Questa è la fine di un percorso – ha concluso Princic – ma anche l’inizio di un ricordo che non dirà mai davvero addio a questo luogo unico per tutti noi, colleghi e amici di un legame indistruttibile».
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