Dopo 95 anni tolte le campane dalla chiesa di San Francesco

Erano sul pavimento del campanile. L’obiettivo è restaurarle e farle suonare  Si tratta di due manufatti in bronzo del 1925 dalla storica fonderia de Poli



Per quasi un secolo hanno guardato la città dall’alto, tenendo sotto controllo i suoi luoghi simbolo: il duomo, palazzo D’Aronco, il castello. Sabato le due campane dell’ex chiesa di San Francesco di largo Ospedale Vecchio sono state calate a terra per essere restaurate. A occuparsene sarà il Comune, nell’ambito di un ripensamento di alcuni spazi dell’ex edificio sacro, oggi utilizzato per le esposizioni. Si tratta di due manufatti in bronzo, realizzati nel 1925 dalla storica fonderia Giovanni Battista de Poli che aveva una sede operativa anche a Udine.

La prima, la più grande, ha una dimensione di 90 centimetri, l’altra, la più piccola, di 80 centimetri. La particolarità di queste due campane è che negli ultimi anni gli udinesi non hanno mai sentito il loro suono. Dopo che la chiesa di San Francesco è stata sconsacrata, sono state appoggiate sul pavimento della torre e lì sono rimaste fino a sabato. «Abbiamo intenzione di migliorare alcune modalità espositive all’interno della chiesa, a cominciare dai pannelli utilizzati fino a oggi – chiarisce il vicesindaco Loris Michelini –. Nell’ambito delle ricognizioni fatte nell’ex edificio sacro, oggi proprietà del Comune, i tecnici hanno raggiunto la sommità del campanile imbattendosi nelle campane. È stato quindi deciso di riportarle a terra per il restauro. Ancora non sappiamo quale sarà il costo dell’intervento, ma una volta ultimato – evidenzia Michelini – capiremo se riportarle sulla sommità del campanile o lasciarle nell’ex chiesa per farle ammirare dai visitatori».

L’ex chiesa di San Francesco, una delle più antiche di Udine, risale alla metà del tredicesimo secolo (1266 per precisione). Era a servizio del vicino convento dei frati, che sorgeva dove oggi c’è il tribunale. Una struttura dove si formò e morì frate Odorico da Pordenone, nel gennaio del 1331. «Durante la Prima guerra mondiale, come peraltro avvenuto in molti altri edifici sacri – racconta Carlo Alberto Moretti, componenti degli Scampanotadors Furlans – le campane furono requisite e utilizzate per necessità belliche. Ma dopo la guerra, nel 1925, vennero rifuse dalla Giovanni Battista de Poli di Udine». Tornate al loro posto, funzionarono fino al Secondo conflitto mondiale, quando l’ex chiesa di San Francesco fu pesantemente danneggiata dai bombardamenti alleati. Una volta restaurata, l’edificio sacro non fu più riconsacrato e le campane vennero appoggiate sul pavimento del campanile. Ed è qui che sabato gli operati di una ditta specializzata, la Midolini, le hanno ritrovate. Spettacolari le operazioni di calata, che hanno incuriosito e tenuto con il naso all’insù molti passanti. Una alla volta, le campane sono state fatte arrivare a terra e appoggiate su due pallet in legno. I tecnici comunali hanno quindi provveduto a trasferirle all’interno dell’ex chiesa in attesa di capire chi e in che modo si occuperà del loro restauro. Magari una volta ultimato, potranno essere gli Scampanotadors Furlans a inaugurarle, facendo sentire a tutta la popolazione udinese il loro suono. —





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