Dopo 51 anni i vichinghi tornano a sfilare lungo le vie di Romans
. Dopo i successi ottenuti, come gruppo mascherato, alle sfilate di sabato a Buia e domenica a Gorizia, cresce l’attesa a Romans, per vedere dal vivo il suggestivo insieme allestito quest’anno dal gruppo costruttori della Banda del Quaiat “Vichinghi - Il terrore viene dal nord”, che si proporrà domenica pomeriggio in paese, in occasione della 53ma sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, organizzata dalla Pro loco col sostegno del Comune.
Si tratta di un gradito ritorno, quello dei vichinghi a Romans, sapendo che i guerrieri norreni, originari della Scandinavia e della Germania del nord, a bordo del loro drakkar, la classica imbarcazione vichinga, erano giunti a Romans ben 51 anni fa, il 3 marzo 1968, quando in paese si tenne la seconda edizione della sfilata carnevalesca. L’opera venne realizzata da Danilo Bolzan, Sergio Franco, Sergio Calligaris, Ivaldi Calligaris, Pietro Comuzzi e Fausto Pussig. Altra gente, altri tempi e altre motivazioni. Quella volta, infatti, a Romans venne allestito un carro allegorico dal titolo, riferito al popolo vichingo, “Primo sbarco a Doberdò”. Titolo che prendeva spunto dalla tanto prospettata e controversa realizzazione, nel 1969, della prima macchina di luce protosincrotrone dell’Europa, ad opera del Cern di Ginevra che aveva scelto il territorio e le grotte naturali di Doberdò, per realizzare il mastodontico progetto che parlava di circa 5 mila posti di lavoro, col governo italiano che aveva già stanziato circa 70 miliardi di lire. E fu forse la paura di veder stravolgere e devastare il nostro territorio, che armò la mano satirica dei costruttori allegorici di Romans, i quali pensarono di rappresentare il popolo vichingo alla pari di coloro che nel nome del protosincrotrone avrebbero invaso e distrutto la nostra zona. Alla fine non si fece nulla, ma non per la protesta del carro che sfilò a Romans e Monfalcone, perché il governo italiano dirottò la candidatura in altro luogo. –
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