Don Romanin e Rosa Fauzza cittadini onorari

Domani la cerimonia di conferimento all’ex parroco e al “padre” del museo delle coltellerie
Di Giulia Sacchi

MANIAGO. L’ingegner Paolo Rosa Fauzza, “padre” del museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie, e don Giuseppe Romanin, parroco della città del coltello negli anni del terremoto e del millenario, da domani saranno cittadini onorari di Maniago. Il conferimento dell’onorificenza, votata dal consiglio comunale a novembre, avverrà nel corso di una cerimonia in programma alle 10.30 al ridotto del Verdi.

Paolo Rosa Fauzza. Il desiderio dell’ingegnere maniaghese era conservare parte del patrimonio culturale lasciato dai fabbri della città: ha quindi gettato le basi del museo Coricama, presiedendo il comitato organizzatore, che ha iniziato a operare all’inizio degli anni Ottanta. Rosa Fauzza non voleva creare un luogo di semplice conservazione, ma una struttura dinamica che consentisse alla comunità di conoscere la propria storia. Aveva a cuore il fatto che i cittadini fossero protagonisti del progetto. Da ricordare che l’ingegnere ha anche creato e formato il gruppo delle guide volontarie del museo. Se oggi Maniago è conosciuta come città delle coltellerie e migliaia sono i visitatori annuali del Coricama, bisogna insomma ringraziare Rosa Fauzza, come è stato messo in evidenza non soltanto dall’assessore alla cultura, Anna Olivetto, ma pure dai consiglieri di minoranza Massimo Milanese, che lo ha definito «maestro delle guide del museo», e Francesco Busetto, che ne ha sottolineato lungimiranza e vivace curiosità. Rosa Fauzza ha realizzato il ponte Campagna-Arba «senza spendere un soldo in più rispetto a quanto preventivato», come rammentato dal sindaco Andrea Carli.

Don Giuseppe Romanin. E’ stato per 16 anni segretario del vescovo Vittorio De Zanche. A Maniago è arrivato l’8 aprile 1972 e vi è rimasto sino al 1984. Il novantenne don Romanin ha vissuto assieme alla comunità maniaghese due eventi che hanno segnato la storia del territorio: terremoto del 1976 e millenario del 1981. Maniago è entrata nella storia col documento di Ottone II del 981: nel 1977, don Romanin ha iniziato una serie di incontri per programmare l’importante anniversario, considerandolo occasione per riflettere su origine e storia della comunità. Nei momenti successivi al sisma, l’impegno del prete è stato costante ed è stato un punto di riferimento per i maniaghesi. Un anno fa, il monsignore ha presentato in anteprima a Maniago il libro Ricordi di un prete quasi novantenne, curato da Luciano Padovese, in cui ripercorre l’esperienza vissuta in città. Domani, quindi, grande festa di comunità per rendere omaggio a questi due personaggi.

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