Don Corelli: «Non ora, parlerò quando andrò in pensione»

SAN VITO. «Non ora, non in questi giorni: quando andrò in pensione dirò tutto». Risponde così, sorridendo e dicendo di andare di fretta, il parroco di Prodolone, don Guido Corelli, interpellato sull’ultimo episodio di presunta estasi mistica nella parrocchiale di San Martino.
Da anni, oltre a un gruppo di preghiera locale, in molti fanno riferimento a lui, arrivando a Prodolone anche da lontano. E non mancherebbe, come testimonia un residente nelle vicinanze di piazzale Colloredo, chi lo cerca anche di sera, al di là dei consueti appuntamenti di preghiera, per una benedizione.
A fine agosto 2010 le presenze nella chiesa di San Martino vescovo aumentarono, a pochi giorni dalla notizia del presunto miracolo di un crocifisso ligneo sanguinante in una cappella privata in località Torricella, vicino a Prodolone.
Poi arrivò, un mese dopo, l’“avviso sacro” firmato dallo stesso don Guido, che con rammarico riferiva della soppressione della veglia dell’ultima domenica del mese e della domenica della Carità, «nel rispetto delle volontà dei superiori», ossia della Curia.
Ma la chiesa, come osservava don Corelli, «è e sarà sempre accogliente e aperta ai suoi fedeli nei giorni feriali e festivi». La Curia in sostanza aveva invitato alla «prudenza»: in certi contesti, d’altronde, diventa difficile distinguere episodi dettati dalla fede da quelli frutto della suggestione.
E i sacerdoti nelle vicinanze cosa ne pensano? Monsignor Dario Roncadin, parroco di San Vito, non ha sentito parlare dell’ultimo episodio a Prodolone e non giudica, tanto meno vuole polemizzare.
Da un punto di vista generale, osserva che i recenti messaggi di papa Francesco su veggenti e dintorni «sono stati chiari: la fede consiste in un rapporto personale col Signore, nell’adesione al messaggio evangelico e in una vita che testimoni questa adesione con la partecipazione ai sacramenti e alla vita sociale, guardando agli ultimi e all’emarginazione. Non ci viene chiesto di credere ad apparizioni, che possono essere vere, o altro, che riguardano la sfera privata».
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