Dj d’Europa il 15 luglio a Udine ricordando Robert Miles

La famiglia di Roberto Concina riunirà amici e colleghi del disc jockey morto a Ibiza. Sul palco tre dj di fama internazionale (El Conchitas, Marco Bellini e Sydney Kebosh), poi l’orchestra che eseguirà i pezzi più celebri. Il ricavato al Cro di Aviano
UDINE. Per il ventesimo anniversario della sua “Children” Roberto Concina, in arte Robert Miles, aveva in mente un progetto importante, ma a causa di quel male che se l’è portato via troppo presto quell’evento non ha mai visto la luce.


Il 15 luglio alle 19 nel Castello di Udine però ci sarà una serata in suo onore.


“Dedicated to Robert Miles”, organizzato dalla Project X in collaborazione con la famiglia e gli amici più intimi di Roberto, è un evento dedicato alle famiglie: sarà a ingresso gratuito e a scopo benefico: il ricavato infatti sarà interamente devoluto all’Area giovani del Cro di Aviano.


Sul palco prima tre dj di fama internazionale (El Conchitas, Marco Bellini e Sydney Kebosh), poi l’orchestra che eseguirà i pezzi più celebri. Concina, divenuto famoso alla fine degli anni ’90 con alcuni brani dance che hanno venduto milioni di copie nel mondo, dopo aver vissuto per molto tempo a Londra, da circa 10 anni risiedeva a Ibiza dove si è spento a causa di un male incurabile agli inizi di maggio.


La sua famiglia d’origine è sempre rimasta a Fagagna, cittadina nella quale si era stabilita dopo il rientro da Neuchâtel.


I genitori, Antonietta Lauro e Albino Concina, hanno sempre voluto rispettare il carattere schivo di Roberto che non amava mettersi in mostra e tanto meno parlare di sé.


Ma con l’evento in programma a metà luglio hanno deciso di uscire dal silenzio non solo per ricordare Roberto, ma anche per ringraziare tutti coloro i quali, e sono migliaia, hanno dimostrato anche dal Friuli, la propria vicinanza nel momento del dolore.


Incontriamo i signori Concina nella loro villetta di Fagagna.


Due persone semplici che non amano le luci della ribalta ma che con l’evento di sabato 15 luglio hanno voglia di stringersi a quel Friuli che tanto affetto gli ha dimostrato nelle ultime settimane.


Sul tavolo della sala hanno riposto con cura tutti i messaggi ricevuti quando un mese e mezzo fa si è spento Roberto e che sono arrivati anche da tanti sindaci del Friuli come quello di Ovaro, paese di origine della famiglia Concina, o quello di Fagagna.


Furio Honsell ha concesso il Castello di Udine e patrocinato l’evento dicendosi orgoglioso che la serata sia stata organizzata proprio lì e rinnovando il proprio “grazie” a Roberto per quello che ha fatto per la musica e per il Friuli.


«Roberto ha sempre amato la musica – racconta papà Albino – quando frequentava il Malignani, aveva messo su una radio, Radio Fragola. Lo portavo in giro quando doveva raccogliere i soldi per la pubblicità. Andava a mettere i dischi in molti locali».


Il ricordo ovviamente va al pezzo della svolta, “Children”. «In quegli anni – ricorda Albino – c’era la guerra in Jugoslavia e io andavo a portare aiuti ai bambini.


Quando tornavo raccontavo quello che vedevo: quei piccoli che quando arrivavamo ci venivano incontro con le braccia aperte. E Roberto aveva in mente quei bambini quando ha dato al suo pezzo quel titolo “Children”».


Roberto aveva avuto una figlia che oggi ha 8 anni e mezzo. «Per lei combatteva la malattia – racconta il padre – ripeteva che doveva farcela per lei».


Poi il pensiero torna più indietro, a quelle settimane dopo che è arrivato il successo planetario. «La prima volta che Roberto aveva messo Children era a Jesolo – ricorda-, ma è stato alla Miami winter conference che un produttore lo ha notato.


Una sera Roberto mi dice che deve andare a Londra e che devo accompagnarlo: lui aveva il suo studio a Spilimbergo, ha noleggiato un furgone e ha caricato tutto. Ci siamo fatti 1.700 chilometri, siamo passati anche sotto la manica».


La signora Antonietta, è seduta accanto al marito, lascia parlare lui, ma su quel racconto ricorda bene i panini fatti per il viaggio.


I genitori di Roberto ci accompagnano poi in quella che era la stanza di Roberto, con il pianoforte, centinaia i dischi di vinile negli scaffali e alcuni di quelli d’oro vinti appesi alla parete. E non sembra possibile che lui non ci sia più.


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