Distretto in lutto per la morte di Valter Godeassi: una vita per il lavoro, era positivo al Covid

Per la sua dedizione, nel 2002 ricevette la Stella al merito del lavoro da parte del Quirinale

MANZANO. È stata una vita dedicata al lavoro, inteso come passione e ingegno, quella di Valter Godeassi, 78enne di Manzano, spentosi all’ospedale di Palmanova domenica sera. Affetto da tempo di problemi di salute, le sue condizioni si erano aggravate dopo aver contratto il Covid-19, tanto da richiedere il ricovero nel nosocomio della Bassa friulana.

Figura importante nel Distretto della sedia, ha legato il proprio nome alla Calligaris, dove entrò nel 1966 come responsabile di fabbrica dopo aver già lavorato in altre industrie della zona.

Qui rimase fino alla pensione, nel dicembre 2007, partecipando attivamente allo sviluppo dell’impresa coordinando tutti i reparti produttivi.

«Nel corso della sua carriera ha assunto più ruoli – racconta la figlia Silvia –, entrando come capofabbrica per poi diventare collaboratore. Quando venne assunto, in tutto erano in sette» e fu tra i protagonisti del boom del marchio.

Una volta smessi quei panni, non è rimasto con le mani in mano: «Mi dava una mano con la mia lavanderia a Case e Pradamano, facendo le commissioni e stando vicino al suo nipotino. Fino a fine settembre svolgeva normalmente tutti i lavori».

Poi è arrivata un’embolia polmonare, da cui si era ripreso, per poi avere una ricaduta a causa del coronavirus. Nemmeno gli acciacchi, però, erano riusciti a fermare la sua voglia di lavorare, come fu nel 2000 quando venne colpito da un ictus. Riuscì a superare anche quell’ostacolo, senza mai perdere l’amore per il mestiere.

«Ha fatto un percorso molto importante nel mondo della sedia e nella nostra azienda – lo ricorda con affetto il presidente Alessandro Calligaris –, lavorandovi fin da ragazzo. Ha seguito tutto il nostro sviluppo in termini di impianti e investimenti, nonché la sede in Croazia dove trasformiamo i tronchi di albero in componenti che vengono poi assemblati qui a Manzano».

Nella storica realtà industriale ha incontrato anche colei che è diventata sua moglie, Pia, fungendo anche da esempio ai giovani che entravano in ditta: «Ha costruito una squadra di collaboratori molto attiva, che ha seguito il suo percorso di grande conoscitore della tecnologia del legno».

Alla fine degli anni Settanta, assieme ad altri si era dedicato al progetto della macchina per impagliare le sedie, rivoluzionando il settore. Tutte le sue competenze erano frutto dell’impegno quotidiano, riuscendo a colmare il gap anche con gli ingegneri freschi di laurea.

Per la sua dedizione, nel 2002 ricevette la Stella al merito del lavoro da parte del Quirinale. «È mancato un uomo che ha fatto parte della storia del Manzanese», sottolinea il presidente Calligaris. L’ultimo saluto in forma strettamente privata, domani alle 11, nella cappella del cimitero di Manzano.

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