Disagio psichico, nasce Hub 381 L’integrazione approda in centro

Laboratori espressivi concepiti nel cuore della città per le persone fragili Coinvolti artisti del territorio e volontari qualificati per favorire attività e incontri



Uno spazio nuovo dove l’inclusione sociale si realizza nell’incontro fra chi vive un disagio o una fragilità e chi si occupa di cultura, e che ha una caratteristica fondamentale: nasce nel cuore della città, in pieno centro storico, per mostrarsi e per accogliere, per proporsi e condividere: si chiama Hub 381, è situato in piazzetta del Cristo 6, a Pordenone, nei locali che fino a qualche mese fa ospitavano una valigeria e in anni recenti una libreria per ragazzi. A fare da “apripista” – i primi a usufruire degli spazi – sono persone affette da disagio psichico (adulti, giovani e minori), in carico al Dipartimento di salute mentale di Pordenone e alla Neuropsichiatria infantile dell’Azienda sanitaria, gruppi già attivi ma che adesso escono dalle strutture istituzionali «e beneficiano di un luogo maggiormente visibile» spiega Ivana Foresto, responsabile del Settore salute mentale della Cooperativa Fai, promotrice del progetto in collaborazione con l’Asfo e il Dipartimento di salute mentale.

«Un ambiente in un contesto totalmente de-istituzionalizzato – aggiunge – in una dimensione giusta per essere accogliente, uno strumento in più per perseguire la lotta alla cronicizzazione e allo stigma della malattia mentale, un luogo promiscuo dove far abitare sociale, cultura e comunità». Laboratori espressivi che spaziano dall’arte alla musica, dal cinema al teatro, gruppi di parola e di confronto, di conoscenza del territorio e delle sue strutture (per esempio biblioteca e mediateca): sono queste, in concreto, le attività creative che impegneranno gli utenti dell’Hub. L’obiettivo è coinvolgere presto artisti del territorio invitandoli a tenere attività e incontri nello spazio di piazzetta del Cristo e incrementare il numero di cittadini volontari che già affiancano gli operatori nella gestione dei progetti. L’Hub è attivo da un paio di settimane, ma con l’applicazione delle vetrofanie e la presentazione del progetto diventa ufficialmente visibile da oggi. Sulle prossime giornate pesa l’incognita dei divieti e delle limitazioni previste per le zone rosse o arancioni, ma gli operatori sperano di poter proseguire, pur nel dovuto rispetto delle norme anti Covid. E in un prossimo futuro, proprio per sottolineare come questo spazio intende essere occasione di scambio e non una scatola chiusa, c’è l’intenzione di affiancare alle attività artistiche anche sostegno scolastico e formazione.

Hub 381 (il nome è anche un atto di riconoscenza alla legge istitutiva della cooperazione sociale italiana) che nasce in tempi di Covid19, permeati dalla distanza fisica, «punta a rimettere al centro le relazioni e la comunità – sottolinea Fabio Fedrigo, direttore generale Fai – ed è uno spazio di promiscuità sociale e culturale dedicato alle vite fragili e alla creatività delle relazioni umane. Un luogo dove promuovere inclusione e coesione attraverso la contaminazione culturale, sperimentando nuovi modi di pensare e abitare la città». —





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