Diga del Vajont, le telecamere azzerano i furti nelle auto

ERTO E CASSO. Ammontavano a una trentina ogni anno. Ora, i furti alla diga del Vajont sono praticamente scomparsi, visto che nell’ultimo periodo non si sono registrate denunce di effrazione. Tutto merito delle telecamere che tempo fa sono state installate in prossimità dello spiazzo del monte Toc. Qui, fra i detriti che la notte del 9 ottobre 1963 provocarono la morte di 2 mila persone, i furti nelle auto in sosta rappresentavano un’autentica piaga.
Ci sono stati momenti in cui le forze dell’ordine e i vigilantes non sapevano davvero che pesci pigliare: mentre veniva pattugliato il sito più adiacente alla chiesa del Colomber, i delinquenti concentravano la loro attenzione sui veicoli posteggiati in direzione di Casso. O viceversa. E ogni volta era un susseguirsi di polemiche e di problemi.
In un’occasione venne addirittura assoldata una pattuglia di rocciatori per ripulire l’orrido del Vajont dalle decine di borsette, portafogli ed effetti personali lanciati durante la fuga dai ladri. Il sindaco di Erto e Casso e presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, Luciano Pezzin, ha detto basta e ha fatto posizionare degli obiettivi di sicurezza nei punti strategici. E’ stata la svolta.
«Gli episodi di danni alle auto si sono azzerati – ha oggi affermato con soddisfazione Pezzin –. Spesso i ladruncoli non trovavano nulla negli abitacoli e si lasciavano andare ad atti di vandalismo. La prevenzione e i monitoraggi dell’area non bastavano, soprattutto perché si tratta di una zona vasta e impervia. Le telecamere saranno ora potenziate. Ne acquisteremo di nuove da installare anche nei centri abitati».
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