Depurazione, il giudice di pace prende tempo

SACILE. Resa dei conti sui rimborsi della depurazione a Sacile rinviata al 14 gennaio 2014. Ieri, il giudice di pace di Pordenone Raffaella Garofalo ha aggiornato il testa a testa tra l’ex consigliere comunale Rossana Casadio e il Comune di Sacile. L’amministrazione liventina, difesa dall’avvocato Ezio Zani, potrebbe non essere la destinataria del ricorso.
«L’avvocato ha sollevato eccezione relativamente al fatto che non sia destinataria l’amministrazione di Sacile – ha riferito Rossana Casadio dopo l’udienza –. Quindi, produrrò motivazione scritta in ragione del fatto che mi sia rivolta al Comune e non direttamente alla società erogatrice del servizio depurazione ex Sagidep».
Nell’udienza fissata il 14 gennaio 2014 verrà valutato e deciso in merito a questo aspetto. Tempi lunghi, quindi, sulla questione sostanziale del rimborso: il focus della giustizia sarà sull’individuazione del soggetto a cui compete l’eventuale rimborso. «Non sono sorpresa della decisione del giudice di pace – ha continuato Casadio, apripista di una causa che potrebbe aumentare a centinaia di sacilesi le richieste di rimborso –. Confido, dopo quattro anni che seguo l’evolversi della questione, anche nell’esempio dei Comuni limitrofi. E nel principio che il rimborso di un servizio non reso, non sia dovuto».
La pronuncia della Corte costituzionale del 2008 è chiara. «È irragionevole l’imposizione all’utente dell’obbligo del pagamento della quota riferita al servizio di depurazione anche in mancanza della controprestazione (...). Non pare in primo luogo dubitabile che debba necessariamente sussistere un nesso di corrispettività tra tutte le voci della tariffa e servizi resi. Tale corrispettività deve sussistere in concreto». (Consiglio di Stato, 30 giugno 2011).
«Nel 2009 non avevo stipulato alcun contratto sulle modalità del servizio di depurazione – ha concluso Casadio – con la società. Il Comune non ha mai fornito informazioni ai cittadini: sulle richieste di rimborso è calato un silenzio assordante. E non è mai stato realizzato il promesso censimento dei cittadini coinvolti».
In ballo ci sono 145,92 euro: quelli che la Casadio ha pagato, ma senza fruire del servizio. È la punta dell’iceberg, perché tanti sacilesi hanno pagato la bolletta “a vuoto”.(c.b.)
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