Deposta una rosa nei luoghi-simbolo della Resistenza

Tappe alla stazione, al carcere, al Moderno e in via Molinari Ricordati i partigiani caduti durante la lotta di liberazione

Un tour in città, nei luoghi più significativi della lotta di liberazione dal nazifascismo e, in ogni posto, ragazze e bambine hanno lasciato una rosa. È stata l’originale iniziativa “Info point Bella ciao”, organizzata da Pn Rebel. Diverse decine di persone, con bandiere e fiori, si sono recate di fronte alla stazione ferroviaria, da dove partivano i convogli diretti ai lager nazisti, davanti al carcere, luogo di detenzione e sofferenze di partigiani e antifascisti italiani e, prima ancora, jugoslavi, all’albergo Moderno, durante la Resistenza sede del comando tedesco e del tribunale militare nazista, alle casermette di via Molinari, occupate nel 1944-’45 dalla brigata nera fascista che le aveva trasformate in centro di interrogatori e torture. Il corteo è infine arrivato in piazza Maestri del lavoro, davanti al monumento che ricorda i partigiani caduti, il comandante Franco Martelli “Ferrini” e i deportati nei campi di sterminio nazisti. In ogni posto dove si è fermato il corteo, Stefano Raspa, Mauro Marra, Elena Beltrame di Pn Rebel e della Casa del popolo di Torre, Monica Emanuelli e Sigfrido Cescut dell’Anpi e tanti giovani si sono alternati ricordando i fatti accaduti durante la Resistenza, traendo spunto per i loro interventi dal libro “Libertà”, pubblicato dall’assessorato alla cultura del Comune di Pordenone.

Molti i riferimenti al sacrificio dei partigiani caduti, fucilati in città, mandati a morire nei campi di sterminio nazisti, prelevati dal carcere del Castello e soppressi dai fascisti della brigata nera che dichiaravano di averli trasferiti in altri penitenziari.

Con le figure dei comandanti Franco Martelli “Ferrini”, fucilato dai nazifascisti il 27 novembre 1944, e di Terzo Drusin “Alberto”, soppresso dai fascisti della brigata nera il 13 dicembre 1944, giorno in cui lo prelevarono dal carcere, sono stati ricordati i tanti combattenti francesi, russi, jugoslavi, polacchi, statunitensi, inglesi, indiani protagonisti della lotta partigiana nel Pordenonese, ospitati e nascosti dalle famiglie italiane e, in diversi casi, poi caduti combattendo nelle brigate partigiane contro i nazifascisti. «Il messaggio della Resistenza ad accogliere, ospitare e sostenere coloro che si battono per la libertà – hanno sostenuto diversi intervenuti – insegna oggi ad accogliere coloro che, dopo avere perso tutto, spesso anche i propri cari, fuggono da guerre, dittature e miseria». Appassionato l’appello finale di Stefano Raspa per la presenza il 25 aprile alla festa della Liberazione e all’happening antifascista in via Montereale, nell’ex caserma Martelli, sul Luogo della memoria, dove sono stati fucilati il comandante Franco Martelli “Ferrini” e nove giovani partigiani.

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