Delocalizza in Slovenia e s’inguaia col Fisco
La procura lo accusava di avere omesso la dichiarazione dell’Iva della società slovena di autotrasporto della quale era amministratore unico, dove aveva delocalizzato. Per la difesa, invece, si trattava di normali operazioni regolate dalle normative europee sulle quali l’imprenditore non aveva lucrato. Una battaglia legale che si è consumata a suon di decine di faldoni documentali e controlli incrociati, cominciata nel 2009 quando la Guardia di finanza effettuò in regione il primo sequestro preventivo per equivalente, poi annullato dal tribunale del Riesame.
Tre i capi di imputazione dei quali doveva rispondere l’imprenditore pordenonese Adriano Castagnara, 53 anni, titolare di una casa di autotrasporti e spedizioni a Orcenico Inferiore e della Slotrans di Capodistria, quest’ultima finita nel mirino della Finanza: secondo l’accusa, attraverso la Slotrans, con sede in Slovenia e domicilio fiscale a Zoppola, al fine di evadere l’Iva l’imprenditore avrebbe omesso di presentare la dichiarazione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto nel 2005 (per una presunta imposta evasa pari a 379 mila euro), nel 2006 (un milione 101 mila) e nel 2007 (un milione 402 mila). Per il pubblico ministero Federico Facchin si trattava di una «esterovestizione della società» e aveva chiesto la condanna dell’imprenditore a un anno 2 mesi di reclusione.
«A Capodistra la società operava, aveva dipendenti e Castagnara si recava due volte la settimana. Il mio assistito – ha spiegato il difensore, l’avvocato Alessandro Da Re – ha solo delocalizzato i trasporti, grazie a condizioni economiche più favorevoli. I criteri di applicazione Iva sono quelli europei» che attraverso il sistema della compensazione tra Stati, a giudizio della difesa, porta al pareggio e quindi al nulla dovuto al fisco italiano. «La società ha operato alla luce del sole, annotando regolarmente le fatture».
Il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti ha condannato l’imprenditore a un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena, disponendo la confisca dei documenti e di una cantina, unico immobile ancora sotto sequestro dall’accertamento di due anni fa.
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