Decreto-ponte, possibile stop agli spostamenti tra Regioni fino a marzo. Bar, ristoranti, sci e palestre: cosa dobbiamo attenderci

UDINE. Potrebbe arrivare domani, venerdì 12 febbraio, in un Consiglio dei ministri ad hoc, il decreto legge per prorogare al 5 marzo il blocco degli spostamenti tra le Regioni. La misura, sostenuta dai ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia, è caldeggiata anche dalleRegioni per contrastare il diffondersi del contagio.
Il Cdm non è ancora convocato ma potrebbe tenersi nella giornata di domani, sentito il premier incaricato Mario Draghi. Lo stop agli spostamenti anche tra Regioni gialle è in vigore fino al 15 febbraio ma potrebbe essere protratto fino al 5 marzo, quando scade il dpcm con le misure anti contagio.
Spostamenti tra regioni
Il Dpcm in vigore prevede che fino al 15 febbraio sia «vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione». Significa che a partire da martedì prossimo, in assenza di un provvedimento di proroga, il divieto di muoversi tra le regioni decadrà. La strada, complice la crisi di Governo, è però stretta: per prorogare le restrizioni è necessario un decreto legge che, per prassi parlamentare, difficilmente potrebbe essere presentato in Aula da un esecutivo in carica soltanto per gli affari correnti.
Potrebbe aprirsi dunque la strada per il decreto-ponte. Occhi puntati anche su altre quattro misure fissati dal Governo: chiusura degli impianti da sci (il Comitato tecnico-scientifico ha già dato il via libera al protocollo di sicurezza per le piste, la Regione Fvg è orientata a far slittare la riapertura a dopo Carnevale), divieto degli sport di contatto e sospensione dei concorsi della Pubblica amministrazione.
Cambio di fasce
Venerdì sarà il giorno del nuovo monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità, che dovrà stabilire l’eventuale spostamento di fascia delle regioni. Salvo sorprese, con il numero di nuovi contagi che pare in calo costante nelle ultime due settimane, l’Italia dovrebbe colorarsi quasi interamente di giallo.
Il 5 marzo
Si esauriranno a marzo gli altri provvedimenti assunti da Roma, ovvero il coprifuoco su tutto il territorio nazionale tra le 22 e le 5, la chiusura dopo le 18 di bar e ristoranti (questi ultimi dopo quell’ora possono rimanere aperti solo per asporto e delivery), e la serrata di piscine e palestre. Le decisioni del Governo saranno necessariamente prese in funzione dell’andamento della curva dei contagi e della situazione nelle strutture ospedaliere: è facile prevedere che, di fronte a una drastica riduzione dei casi di nuove infezioni da Sars-Cov-2, i provvedimenti dell’esecutivo vadano nella direzione di ammorbidire le restrizioni, soprattutto quelle che riguardano i locali pubblici e le attività di ristorazione.
Che sono toccate anche da un altro articolato, quello firmato dal governatore del Fvg Fedriga, pure in scadenza il 5 marzo: è l’ordinanza che prevede che le consumazioni in bar e ristoranti avvengano unicamente seduti al tavolo dopo le 11. Impossibile in questo momento pronosticare una proroga del provvedimento, inevitabilmente legato a doppio filo dalle decisioni di Roma.
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