David, quando le campane suonano la musica della vita

TAVAGNACCO. Il nasino all’insù. Lo sguardo rapito. Qualcosa aveva catturato la sua attenzione. Era un suono nuovo che, volteggiando nell’aria dal campanile, aveva raggiunto le sue piccole orecchie, catapultandolo in un’altra dimensione.
«Avevo un anno, ero seduto sul seggiolino della bicicletta e la melodia delle campane mi aveva stregato».
È passato un bel po’ di tempo, ma David Del Riccio, 30 anni di Tavagnacco, non ha mai smesso di amare quel suono armonioso. «Finito il Malignani, ho iniziato a lavorare alla Simet, azienda di Tavagnacco che si occupa della manutenzione degli apparati elettromeccanici dei campanili – rivela –. Così dal lunedì al venerdì c’è il lavoro, mentre nel week-end mi diverto a “scampanottare”»
Ma cosa fa esattamente? In occasione di feste religiose e santi patroni sale sui campanili e, assieme ad altri “scampanotadors”, suona le campane. Lo ha fatto da poco anche nel suo paese (con Alberto Tavagnacco, Matteo Di Bert, Enea Zatti e Gianmarco Pitton) per celebrare Sant’Antonio Abate.
«Facciamo parte dell’associazione Scampanotadors furlans Gino Ermacora - spiega -. Nata nel 2001, ha sede a Zuglio e conta circa 270 soci, di cui 70 attivi: il più piccolo ha 6 anni, il meno giovane, Ferdinando Castenetto, ne ha 88».
All’ombra della Pieve di San Pietro si impara l’arte dello scampanio. «Lo scopo è quello di tramandare questa tradizione e di riuscire a creare un gruppo sempre più ampio per coprire tutto il territorio».
Non c’è da stupirsi che del sodalizio facciano parte anche bambini. «Parlano sempre di campane – svela divertito –. Io ero uguale: all’asilo le disegnavo e le costruivo con i lego e la domenica mi facevo portare dai miei genitori a vedere campanili».
Poi, da grandicello, un passo ulteriore. «Ho costruito nel giardino di casa un campanile automatizzato di legno con tre campanelli di bronzo e alto tre metri».
Ascoltava e ascoltava, poi ha iniziato a suonare. «Nel 1999 con Renato Miotti, che poi sarebbe diventato presidente dell’associazione, e Renato Driussi – aggiunge –. Ci vuole un gran senso del ritmo e anche un po’ di forza».
Qualche presa in giro dagli amici per questi impegni settimanali sarà capitata... «Dopo aver fatto serata al Kursaal a Lignano tutti andavano a dormire, io a suonare: ci ridevamo su».
L’associazione si impegna a crescere appassionati come lui. «Da giugno ad agosto, per quattro domeniche, si tengono i corsi teorici e pratici – dice David –. Si parla delle caratteristiche tecniche delle campane, della musicalità, di spiritualità e anche di sicurezza».
“Scampanottare” non è solo divertimento e sensazioni positive: «C’è anche molta fede: le campane sono la voce di Dio e il campanile è un luogo sacro – stiene a sottolineare –. Il campanaro deve portare un messaggio di fede e di speranza».
Il suono delle campane rappresenta l’anima del paese, scandisce i momenti belli e quelli brutti. Ma non tutti lo comprendono. «Non è sempre gradito, qualcuno si lamenta – conclude –. Se in alcuni paesi puoi suonare a lungo, in altri è meglio fermarsi dopo pochi minuti».
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