«Danieli, orgoglio friulano nel mondo»

CARGNACCO. Schiacciano tutti insieme, una mano sopra l’altra, il pulsante che dà vita alla rotoforgia, l’impianto da 300 e fischia milioni di euro che, per il gruppo Danieli rappresenta una sorta di assicurazione per il futuro, una garanzia di sviluppo e innovazione per l’acciaio made in Friuli.
In prima fila il premier Matteo Renzi, sorrisi e pacche sulle spalle al capo del Gruppo, l’ingegner Giampietro Benedetti, che ha cambiato look per l’occasione, lasciandosi crescere la barba.
E ancora nella cabina di comando del macchinario, al piano rialzato del grande capannone, la presidente della Regione Debora Serracchiani, il suo vice Sergio Bolzonello, la numero uno di Abs Carla De Colle e l’Ad Alessandro Trivillin.
Una mano sopra l’altra, tutti insieme, per premere quel pulsante che, nell’immaginario renziano e nelle speranze di industriali e categorie, ma anche di tanta gente della strada stufa di fare ogni giorno i conti con gli strascichi della crisi, potrebbe rappresentare davvero la ripartenza del Paese. Una ripresa che il presidente del Consiglio fa di tutto per convincerci che è reale, concreta, a portata di mano. Basta la fiducia.
Intanto la rotoforgia comincia a “macinare” acciaio. La colata incandescente si intravvede nei meandri dell’impianto, scivola via pronta a essere modellata.
«La rotoforgia permetterà - ha detto l’Ad di Abs Trivillin - di realizzare un prodotto che rappresenta l’evoluzione e l’unione delle due classiche tecniche di deformazione a caldo, laminazione e forgia, per acciai speciali lunghi». I prodotti della rotoforgia saranno destinati ai mercati della grande meccanica, del movimento terra, della camionistica e del comparto energetico: in prospettiva un bel portafoglio di ordini.
E quindi affari, occupazione e indotto che restano in Friuli. Trivillin ha quindi ricordato che negli ultimi sei anni Abs ha investito 408 milioni di euro per il revamping di impianti esistenti e per l’avvio di questo eccezionale macchinario, che è un’esclusiva del Gruppo.
Renzi arriva allo stabilimento accompagnato e vegliato dal consueto cordone di sicurezza, proveniente da Buttrio dove pochi minuti prima ha parlato alla presentazione del bilancio Danieli.
L’auto blu lo lascia proprio davanti al portone d’ingresso. Indossa il caschetto arancione anti infortuni (i presenti ce l’hanno tutti uguale, tranne l’ingegner Benedetti, che lo ha di colore giallo e personalizzato con il suo nome, ndr), entra e stringe mani ai dipendenti del Gruppo che incrocia sul suo cammino verso il palco.
Poi autorità, ingegneri, tecnici e operai, per la foto di gruppo con in mezzo il presidente del Consiglio. Il taglio del nastro è accompagnato dalla musica, inni d’Italia e d’Europa, intonati dalla band di “Quella mezza sporca dozzina”, che è stata protagonista anche a Buttrio.
Quindi Benedetti consegna al primo ministro la statuetta del forgiatore e lo ringrazia pubblicamente, incoraggiandolo ad andare avanti.
«Finisca il lavoro che ha cominciato, il Governo sta facendo bene», osserva il numero uno Danieli. Renzi ringrazia, incassa i complimenti e ricambia. «Questa è un’azienda che ci rende orgogliosi nel mondo», rimarca il Premier.
Con i giornalisti ribadisce, in un minuto, i concetti che ha spiegato poco prima dal palco. «Abbassare le tasse non è di destra nè di sinistra, è semplicmente giusto. Tutte le polemiche politiche ideologiche, le discussioni, i dibattiti, si fermano di fronte al maxi investimento che la Danieli ha fatto, che consente anche di creare nuovi posti di lavoro. Dal Friuli c’è un messaggio per il Paese che si rimette in moto».
E mentre il Premier prende la strada di Udine, c’è ancora tempo per la benedizione dell’impianto, con l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato. Il segno della croce e gli ultimi applausi, la festa è finita. Adesso si comincia a lavorare.
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