Dall’India per perfezionarsi nelle broncoscopie
Il reparto di pneumologia punto di riferimento di un progetto aperto a giovani medici di tutto il mondo

È arrivato due settimane fa dall’India per imparare a effettuare le broncoscopie nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Pordenone. È un giovane medico che fa parte del progetto Trialact, promosso da un’agenzia americana, che ha come obiettivo la crescita dei medici in tutti i Paesi del mondo. Se normalmente sono i nostri medici ad andare all’esterno a imparare pratiche sanitarie, stavolta sono i professionisti del reparto guidato da Francesco Mazza a fare da insegnanti. «Trialact – afferma il dottor Carlo Barbetta, tutor del progetto – è un’agenzia americana che si occupa di partnership, di ricerca e di crescita del personale medico. Noi abbiamo aderito al programma e facciamo da tutori a colleghi che arrivano da tutto il mondo».
Non tutti i reparti vengono inseriti nel progetto, solamente quelli che hanno raggiunto elevati standard a livello di diagnosi e di cure. A Pordenone i medici si specializzeranno nella broncoscopia. «Grazie al dottor Mazza – prosegue Barbetta –, che ci ha messo un notevole impegno personale e professionale, il nostro reparto è diventato una eccellenza in questo campo». Sono stati ottenuti ottimi risultati che hanno convinto negli anni la direzione dell’ospedale a investire in strumentazione. «Siamo orgogliosi di questo progetto – osserva il medico – perché di solito siamo noi ad andare nel mondo a imparare, mentre stavolta sono gli altri che vengono da noi».
Due settimane fa è arrivato un giovane medico indiano. «Il suo ruolo è quello di osservatore – sottolinea il tutor –, ma lo abbiamo coinvolto in tutte le nostre attività e lui è contento». Il suo obiettivo è quello di rientrare in India e aprire uno studio nel quale mettere in pratica le cose che ha imparato all’ospedale di Pordenone. Terminato il mese, arriverà un medico proveniente dal Sudafrica, Successivamente sarà la volta di uno dall’Uganda e di una dottoressa dagli Stati Uniti.
Il progetto non ha costi per la Aas 5, dal momento che prevede il pagamento di una borsa di studio all’ospedale in cui i medici saranno impiegati: fondi extra, quindi, per l’azienda. È previsto anche un riconoscimento economico per i tutor, ma la scelta che è stata fatta è quella di rinunciare a questi soldi per implementare un fondo di reparto che viene utilizzato per l’acquisto di nuove attrezzature. Il progetto è appena nato, ma viene considerato in modo molto positivo dai medici del reparto. «È un bel lavoro di squadra», conclude Barbetta.
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