Dall’Argentina in Friuli alla ricerca delle proprie radici

UDINE. Ha sempre vissuto in Argentina, ma con il Friuli nel cuore. Quel Friuli che lo aveva sempre incuriosito, fin da quando era un bambino, e che ora, a 64 anni, è finalmente diventato realtà e non più una meta immaginata, fantasticata, oggetto di racconti tramandatigli da familiari e conoscenti.
Nei giorni scorsi Sergio Aldao Tomada, medico oculista e presidente del Fogolâr Furlan della Catamarca, ha compiuto il viaggio che sognava da anni. È venuto con la moglie Stella Marys in Friuli per conoscere la terra dei suoi nonni, originari di Nimis, e i parenti friulani che è riuscito a contattare tramite Facebook. Un viaggio tra paesaggi ed emozioni, che lo ha arricchito delle proprie radici.
Sergio e la moglie sono stati ospitati dai parenti a Udine e Nimis. Assieme a loro hanno visitato luoghi simbolo del Friuli. Sono stati a Venzone, al santuario di Castelmonte, ad Aquileia, Grado, ma anche allo stadio a vedere la partita dell’Udinese, che domenica scorsa ha giocato in casa contro la Sampdoria. E ha voluto vedere la chiesetta, a Nimis, dove si erano sposati i suoi nonni. «Vuole sapere cosa mi è piaciuto di più – chiede Sergio –? Aver incontrato la mia famiglia». I parenti è riuscito a contattarli via Facebook tre anni fa, imparando a conoscerli con messaggi e foto affidate a mail e social.
«Mio nonno Valentino – racconta il presidente del Fogolâr Furlan – era emigrato in Argentina, nella regione della Catamarca, prima della Grande guerra, lasciando a Nimis mia nonna Sofia con due bambini, Battista e Tarcisio, che avevano 5 e 2 anni e mezzo. Un paio di anni dopo, nel 2014, anche mia nonna e i miei zii lo hanno raggiunto via nave.
Sono partiti dal porto di Genova e, una volta in mare, hanno saputo dello scoppio del conflitto e il capitano della nave era stato invitato via telegrafo a tornare ma lui, consultatosi con i passeggeri, ha proseguito verso Buenos Aires. Lì, al porto, la nonna trovò un amico del nonno, che in realtà cercava una donna sola (non sapeva ci fossero anche i due figli)».
Chiarito l’equivoco, la famiglia – dopo un viaggio di circa 1.500 km in treno – si riunì e si occupò di agricoltura. Il nonno Valentino, infatti, lavorava come contadino nella tenuta di un padre francescano, dove anche la moglie aveva dato una mano. In seguito, a causa del colera, morì Battista a soli 7 anni e Sofia perse un altro figlio in seguito a un aborto. Ebbero però in Catamarca altri sei bambini: Giacomo, Angelo, Angela, Olga, Catalina e Irma che si aggiunsero a Tarcisio. Catalina è la mamma di Sergio ed è l’unica dei fratelli a essere ancora viva: compirà 90 anni il 7 agosto. «I miei nonni – ricorda Sergio – hanno avuto una incredibile forza d’animo.
In particolare mia nonna, rimasta vedova nel 1947. Lei, però, mi parlò poco del Friuli, ma questo non ha frenato la mia curiosità». Infatti, ha aderito subito al Fogolar della Catamarca (nato negli anni Cinquanta) e nel 2000 ne è diventato presidente. Sposato con Stella, hanno due figli e tre nipoti. «Ora – conclude – vorrei far conoscere il Friuli anche al loro».
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