Dalla fabbrica all’allevamento: "Una passione, non sento i sacrifici"

Raffaele Flabiano, 33 anni, ha fatto l’operaio prima di decidere di mandare avanti l’attività del nonno e del padre. A San Daniele gestisce 180 bovine e un piccolo spaccio

UDINE. Non fatelo passare per un super lavoratore. Non ci si ritrova Raffaele Flabiano, 33 anni di San Daniele del Friuli. Prima di lavorare nell’azienda agricola di famiglia il giovane ha voluto provare la vita della fabbrica vestendo la tuta blu. Andata e ritorno. Aveva poco più di 18 anni quando ha salutato la manifattura per varcare l’ingresso della stalla di casa. Deciso a fare il mestiere imparato fin da bambino rincorrendo in stalla prima suo nonno, poi suo padre: allevare e macellare bovine da latte.



«Ho lavorato in fabbrica. So cosa vuol dire timbrare il cartellino a fine turno, prendere il proprio e non avere più pensieri. Io? Non ci tornerei» assicura. Meglio la vita in azienda. «Che non è mai la stessa. La routine c’è, ma vuoi mettere?».

Raffaele non ha dubbi. Insieme al papà, al fratello e alla cognata, da quai 15 anni lavora a “La Bolane", questo il nome dell’azienda agricola di famiglia, che è stalla ma anche piccolo spaccio, vanta 180 bovini di cui 70 in mungitura. «Ne macelliamo uno alla settimana – racconta il giovane allevatore – e vendiamo la carne nel nostro punto vendita, mentre il latte – circa 6 mila quintali nei dodici mesi – lo conferiamo a un privato».

L’azienda funziona, anche grazie alle due attività di cui si nutre: il 60 per cento del fatturato lo ricava dalla vendita della carne, il 40 per cento da quella del latte. Il prezzo al litro? «Quello medio», tira dritto Raffaele. Un problema per tutti gli allevatori che in quest’azienda di San Daniele si stempera però grazie all’altra attività. In manifattura si direbbe che l’impresa ha diversificato. In agricoltura, più semplicemente, che ha dato corpo a una piccola filiera. A San Daniele arrivano infatti clienti anche molto oltre i dintorni. «Da tutta la provincia – svela Raffaele – ma anche da goriziano e pordenonese».

Il segreto è la genuinità del prodotto. «La nostra carne è sana, senza antibiotici. Acquistarla direttamente da chi la produce è una garanzia per il consumatore». Che di questi tempi cerca proprio l’accoppiamento delle due caratteristiche. Sicurezza e qualità.

Dietro c’è tanto lavoro, checché ne dica il modesto allevatore. Le ore non si contano, la stalla è sempre lì. «Inizio alle sette del mattino e finisco intorno alle otto di sera. Il venerdì e il sabato mi dedico allo spaccio, che apre solo nel fine settimana».

È una vita fatta di sacrifici. Oppure no. «Io non li sento – garantisce Flabiano –. Perché un ragazzo dovrebbe fare l’allevatore? Perché è un bel lavoro. Perché è libero. Perché si sta all’aria aperta. E poi, soprattutto, perché nutre una passione. Perché gli piace farlo. La vita – assicura l’allevatore 33enne – non è poi così diversa da quella di tutti gli altri. Insomma – chiude scherzando Flabiano – quando c’è da far festa, o ferie, le faccio anche io».(m.d.c.)

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