Dalla fabbrica ai violini: il sogno di Marco arriva fino in Giappone

Nel 2009, in piena crisi, rinunciò a un posto sicuro all’Asem A 34 anni il liutaio gemonese è apprezzato anche in oriente

GEMONA. «Il suono che può produrre una tavola da violino dipende da molte variabili, che sia la forma oppure lo spessore che viene dato al legno».

Lo dice lui che, quando la crisi era già arrivata, aveva un lavoro sicuro all’azienda Asem di Artegna, ma ha scelto di abbandonare quella certezza per inseguire una passione che oggi è diventata un lavoro: quello di liutaio.

Una storia diversa dalle altre quella di Marco Cargnelutti, gemonese di 34 anni e da tre (titolare di un’attività) artigiano liutaio e costruttore di violini. Le sue opere ha già iniziato a mostrarle nelle fiere specializzate, in giro per il mondo.



Tutto è iniziato nel 2009, quando Marco lavorava già da qualche anno all’Asem di Artegna, dove aveva potuto mettere in pratica il suo diploma del Malignani di Udine. Nonostante l’esplodere della crisi non si è lasciato spaventare dal rischio di restare senza occupazione e ha voluto inseguire un sogno. Il punto di partenza è stato la passione per la musica che il giovane liutaio gemonese si è portato dietro da quando era ragazzo, suonando nelle band locali. «In quegli anni – racconta Marco – mi era venuta l’idea di cimentarmi nella realizzazione di una chitarra. Grazie alla collaborazione di un amico liutaio alla fine ci ero riuscito. Fu lui a dirmi che se volevo andare avanti e perfezionarmi in quel campo dovevo fare la scuola di Cremona».

E Marco ci ha provato. Ha lasciato il lavoro all’Asem e deciso di investire i suoi risparmi. Si è iscritto alla scuola internazionale di liuteria di Cremona dove, dopo la prima prova, è stato subito ammesso alla terza classe: ci sapeva fare con gli attrezzi da falegname. In quel contesto ha potuto conoscere più a fondo il mestiere e la sua iniziale attenzione per la chitarra si è presto spostata sui violini e gli strumenti ad arco che oggi realizza: «Mi sono diplomato nel 2012 – racconta – e fin da subito ho deciso di concentrarmi sui violini, anche se prima di aprire l’attività ho passato alcuni anni a fare ricerche per trovare il mio modello di strumento, quello che avrei proposto ai miei clienti. Certo, non è stato facile, di dubbi ne ho avuti tanti perché non sapevo se questa attività poteva darmi garanzie lavorative, ma al momento non posso lamentarmi».

Tre anni fa Marco ha aperto la liuteria Cargnelutti (www.liuteriacargnelutti.com), un laboratorio in via Cjarnescule, dove oggi sono in molti ad andarci per riparare i propri strumenti musicali: non solo violini, ma anche chitarre, bassi. Lui sistema tutto, ma allo stesso tempo realizza i suoi strumenti in abete di Tarvisio e in acero croato e ha già potuto metterli in mostra al celebre festival Risonanze a Malborghetto, mentre a novembre ha rappresentato l’associazione liutai italiani (Ali) al Tokyo Gengakki Fair, una delle fiere di settore più importanti al mondo. «È stata un’esperienza importante – racconta Marco – anche perché il Giappone è un paese dove c’è moltissimo interesse per la musica e per gli strumenti classici. Continuerò ad andarci ogni anno, per promuovere i miei strumenti».
 

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