Dalla banda del paese a Verona per suonare in grandi orchestre

A soli 22 anni Cristian Marcuzzo, grazie al suo talento, è diventato professionista Formato al Tomadini di Udine, si è esibito all’Arena davanti a migliaia di spettatori

BUJA

Dalla Banda cittadina di Buja all’orchestra della Fondazione Arena di Verona. A portare in giro per il mondo il nome della cittadina collinare (dove ci sono ben due bande cittadine) è il talento di Cristian Marcuzzo, 23 anni tra pochi giorni: con il suo trombone, che suona da quando aveva appena otto anni, il giovane musicista ha appena trascorso un’estate sotto i riflettori, suonando per l’orchestra che si è esibita all’Arena di Verona, di fronte a un pubblico che in alcune occasioni ha superato le dieci mila persone. «È stato come essere in un film – racconta emozionato Cristian –, dove tuttavia devi essere molto concentrato: la prima impressione che dai è importante. L’orchestra conta 90 persone, forse ero il più giovane».

Quell’ingaggio che lo ha impegnato per tutta l’estate, Cristian lo aveva ottenuto a giugno. È il frutto di un impegno che nell’ultimo anno, dopo essersi diplomato a 18 anni in trombone al conservatorio Tomadini di Udine (e contemporaneamente al Malignani), lo ha portato a studiare alla “Hochschule der Kuenste” di Zurigo, un istituto al quale accedono solo pochi eletti, vista la preparazione richiesta. «Ho sempre studiato per il conservatorio – racconta Cristian –, più per passione che con degli obiettivi precisi. Quando l’ho terminato, il mio insegnante mi ha detto che avevo le capacità per diventare professionista. E così sono finito a Zurigo, dove insegna David Bruschez, un professore di fama mondiale. Sono stato ammesso e ora voglio proseguire in questa direzione: vorrei suonare in una grande orchestra, in qualsiasi parte del mondo si trovi».

Appena 22 anni, ma le idee già chiare. Proprio in questi giorni Cristian ha affrontato l’audizione per l’orchestra “La Fenice” di Venezia, dove è stato ritenuto “idoneo”: significa che potrebbe essere chiamato per un periodo a suonare anche in quel rinomato contesto, se servirà un trombone.

Ma quelle porte che gli si stanno aprendo sono anche merito della sua famiglia e del suo paese: è stata sua madre Annamaria, che suonava il clarinetto nella banda cittadina di Buja, a indirizzarlo nell’ambiente musicale. E guai a dimenticare nonno Rino Marcuzzo, classe 1929, che da una vita suona musica da ballo e che dava lezioni di solfeggio ai suoi nipoti, fin da quando erano piccini. Poi, la banda cittadina di Buja ha fatto la sua parte, saldando un legame che Cristian sente ancora come molto forte: l’anno scorso si è fatto 400 chilometri, partendo dall’Austria dove stava suonando, per arrivare a Buja in tempo e dare il suo contributo al concerto di Natale. «Mi complimento con Cristian – interviene il vice sindaco Silvia Pezzetta – per i risultati raggiunti augurandogli il meglio. Il nostro paese è ricco di associazioni che offrono un’ampia scelta dando l’opportunità ai nostri giovani di seguire le proprie inclinazioni con risultati, come in questo caso, eccellenti». —

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