Dal prosciutto al panettone, il made in Friuli da Harrods

Dall’Ava Bakery sfonda nei più prestigiosi negozi delle grandi capitali europee. Londra ultima terra di conquista con il maxi dolce natalizio andato subito a ruba

SAN DANIELE. Fino a qualche tempo fa Dall’Ava era sinonimo di prosciutto crudo. Prodotto d’eccellenza che resta la bandiera dell’imprenditore sandanielese ma al quale si affianca ormai, prepotente, la produzione dolce. Dalla gubana al panettone, sfornati dallo chef Sergio Pontoni a San Pietro al Natisone, marchiati Dall’Ava Bakery e spediti alle migliori gastronomie.

Di Parigi e Praga, passando per la romana via Condotti e per il centro di Milano, patria del panettone. Fino a Londra. Ultima terra di conquista che ha potuto assaggiare il panettone friulano nei giorni scorsi da Harrods. “Wow, a giant muffin!” hanno commentato i clienti del lussuoso negozio londinese, assaggiando una fetta dei 30 maxi panettoni andati esauriti in poche ore ma già riordinati.

«Di fronte al successo dei muffin in Italia ho pensato che anche noi, un dolce delle feste da proporre al mercato gourmet anglosassone ce l’avevamo e così ho portato il panettone», racconta soddisfatto Carlo Dall’Ava reduce da test altrettanto entusiasmanti. Tra questi la ville Lumiere dove ormai di panettoni sfornati nelle valli del Natisone ne arrivano 50 ogni mese. Per tutto l’anno.

La formula del successo? E’ quasi banale e sta nell’ottima materia prima e nell’uso del lievito madre. Classe 1947. Insomma, un ingrediente antico e anziano al tempo stesso. Dall’alto dei suoi quasi 70 anni è l’anima al panettone prodotto a San Pietro al Natisone.

«Sergio - racconta Dall’Ava - lo coccola, nutrendolo ogni giorno come un figlio e mischiandolo poi a ingredienti di livello come le farine del Molino Quaglia, i canditi siciliani, il burro belga, le mandorle della Val di Noto. Rigorosamente senza utilizzare alcun conservante».

Il panettone Dall’Ava è infatti artigianale e a lievitazione naturale. Proposto in una variegata gamma di taglie, da 100 grammi a 10 chili ed è proprio il maxi panettone ad andare per la maggiore.

Da Roma a Londra passando per Parigi, «dove - racconta dall’Ava - lo si può acquistare nelle gastronomie più chic della città, proposto in accoppiata al fois gras». Con appena 2 anni e mezzo alle spalle, la Dall’Ava Bakery cresce a doppia cifra e si prepara a chiudere il 2015 con un fatturato di 1,9 milioni di euro (più 10 per cento rispetto al 2014 con un picco di oltre il 20 nella vendita del dolce natalizio per eccellenza).

«Siamo partiti con la gubana e ora ci stiamo dedicando al panettone, che ormai è una realtà conosciuta ed apprezzata sia in Italia che all’estero», dice ancora Dall’Ava che poi si concede il tempo di far due conti. «I panettoni prodotti quest’anno? Supereremo 20 mila pezzi. Di varie taglie».

Una novità. Non l’ultima. «La filosofia dell’azienda è in effetti quella di investire in continuazione. Non facciamo in tempo a vedere un euro che ne abbiamo già reimpiegati due. Così sarà anche nel 2016». Dall’Ava non ne fa un mistero. I progetti della Bakery sono orientati al dolce, ma sempre più anche al salato. Per un motivo semplice. Di panettone non si vive tutto l’anno.

Da qui la necessità di trovare nuovi sbocchi all’azienda che occupa generalmente 7 persone (10 nei picchi stagionali) e che un piede oltre i prodotti dolci lo ha già messo. Cimentandosi in conserve, paté e grissini. Apprezzatissimi, questi ultimi, anche dagli inquilini del Quirinale che da 5 anni a questa parte è rifornito proprio dall’azienda friulana. «Il progetto è quello sviluppare il fine foods, valorizzando i prodotti del nostro territorio come l’aglio di Resia».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto