Dal Friuli al Transvaal, Quattrin racconta la sua avventura

ZOPPOLA. Il desiderio di ripercorrere le fasi più importanti della sua vita, la voglia di mettere nero su bianco la testimonianza di quanto è stato capace di realizzare, pensando prima di tutto ai...
ZOPPOLA. Il desiderio di ripercorrere le fasi più importanti della sua vita, la voglia di mettere nero su bianco la testimonianza di quanto è stato capace di realizzare, pensando prima di tutto ai sei, amatissimi nipoti. Racchiude questi tre obiettivi, l’autobiografia di Benito Quattrin, “Dal Friuli al Transvaal e ritorno”, appena pubblicata da Alba edizioni (140 pagine, 10 euro).


Quattrin, di padre invalido della Grande guerra, alla fine degli anni Cinquanta prende la decisione della sua vita: da Zoppola compie un viaggio al buio sino in Sudafrica. Nel lontano Paese dell’apartheid trova lavoro in una miniera d’oro e, anno dopo anno, con caparbietà e sacrificio nonostante i pericoli e attraverso lo studio, migliora mansione e posizione sociale. Dopo il matrimonio, con due figli piccoli e una discreta disponibilità economica, fa ritorno nel paese natale, dove apre una macelleria. Un mestiere che gli regalerà le meritate soddisfazioni, frutto di una propensione al lavoro non usuale.


Il racconto autobiografico di Benito Quattrin è confluito nel libro edito da Alba edizioni: una testimonianza di vita autentica e genuina. Quello di Quattrin, oggi felice pensionato e nonno di sei nipoti, è un prezioso racconto del sacrificio di tantissimi italiani che, non trovando occupazione nel Bel Paese, sono stati costretti a stabilirsi all’estero. In seguito al duro e pericoloso lavoro in miniera, Quattrin ha riscattato la dignità di cittadino e di lavoratore, rientrando poi in patria con la sua nuova famiglia. Una storia comune a molte altre, nel Friuli occidentale, ma che, come le altre, ha una sua peculiarità, una ricchezza intrinseca che può fungere da paradigma in particolare per le nuove generazioni.


Leggendo l’autobiografia dell’ex emigrante zoppolano si avverte infatti la forza e la dedizione con cui Quattrin ha affrontato le varie tappe del suo percorso professionale. Oggi, il pensionato ama trascorrere il tempo in famiglia, leggere e passare qualche ora nel bar di sempre. Un’esistenza tranquilla, scandita da abitudini che rappresentano il piacere più autentico di Quattrin, che spesso intrattiene gli amici con i racconti delle sue avventure in Sud Africa. Perché di avventure si è trattato, e non gli è servito meno coraggio per fare ritorno in Italia e avviare una macelleria. Una vita dedita alle scelte ardite, una filosofia che lo ha premiato.
(m.p.)


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