Dai ruoli di cattivo sul set a imputato di stalking

L’attore Max Zago, originario di San Quirino, è di casa in Cina per lavoro Il 49enne è stato denunciato dall’ex moglie per minacce e atti persecutori
Di Luana De Francisco

Duro sul set, nei panni del cattivo in film d’azione imperniati sulla forza muscolare, e, stando alle denunce presentate dall’ex moglie, non meno minaccioso anche nella vita privata. Al tribunale di Udine sono due i procedimenti penali attualmente aperti a carico dell’attore Massimiliano (Max) Zago, 49 anni, originario di San Quirino, ma, complice il lavoro, ormai di casa in Cina.

A gridare vendetta, attraverso le costituzioni di parte civile depositate rispettivamente al gup Matteo Carlisi (lo scorso novembre) e al giudice monocratico Francesca Gobbo (alla fine del mese scorso), è l’ex coniuge, una 40enne di Martignacco arcistufa di vederlo descrivere dalla stampa come una star del cinema orientale e decisa a porre fine ad anni di paura e prepotenze.

Il processo in corso d’istruttoria dibattimentale è una storia di minacce. Quelle che Zago le avrebbe inviato via mail, nell’aprile 2014, dopo lo scioglimento del loro matrimonio. «La abbandonò più di un decennio fa e si trasferì in Cina per un’altra donna», scrive l’avvocato Carlo Monai, il legale che la assiste in entrambe le vicende giudiziarie. Nel 2009 la separazione con addebito all’ex marito e, nel 2013, il divorzio. Le parti – Zago è difeso dall’avvocato Cristiano Leone, di Pordenone – si ritroveranno in aula il 7 giugno.

Ma è soprattutto il procedimento per stalking, che il 5 aprile approderà davanti al giudice per l’udienza preliminare, a prospettare un quadro di rapporti decisamente logorati e tesi tra i due ex coniugi. L’elenco delle ingiurie e delle minacce, anche di morte – peraltro rivolte anche alla sua nuova famiglia – attraverso messaggi telefonici e mail inviati da Zago tra il 2006 e il 2016, presenta una ferocia verbale tale da avere «cagionato nella donna un perdurante e grave stato d’ansia e paura – scrive il pm Letizia Puppa – per l’incolumità sua, del suo nuovo compagno e delle figlie nate dalla loro relazione». Veri e propri atti persecutori, insomma, dapprima denunciati ai carabinieri di Martignacco e poi anche in Procura.

«Per sfuggire alle sue ossessionanti minacce – spiega l’avvocato Monai –, la mia assistita è stata costretta a vari traslochi e, in ultimo, a riparare all’estero. In precedenza, dopo che il tribunale civile di Udine aveva ordinato a Zago di versare il mantenimento alla moglie nella causa di separazione, poi tramutato in assegno divorzile nel conseguente giudizio teso allo scioglimento del matrimonio, nessuna somma le ha mai corrisposto, e vano è stato il mio tentativo di escluterlo in Cina, dal suo datore di lavoro di allora».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto