Dai motoraduni al tiro con l’arco Era pieno di passioni
Il ritratto
La passione per la moto e quella per lo sport in generale. La famiglia e i cani, le amicizie e quel piacere innato di stare con gli altri, di confrontarsi, di vivere la vita appieno. Tutto questo si è infranto, assieme al percorso di Dario Furlan, in quel maledetto primo pomeriggio di domenica sul muretto della casa che si affaccia sulla rotonda di via San Michele, a Sant’Andrea. Fin dalle prime ore si era capito che la comunità del quartiere e, più in generale, la città di Gorizia avevano perso un volto piuttosto noto, un amico, una persone benvoluta, ma con il passare delle ore le testimonianze di chi conosceva Furlan e ha accolto con grandissimo dolore la notizia della sua scomparsa si sono moltiplicate.
C’è chi, come Sandro Corva, presidente della squadra di volley Ok Val, conosceva Dario da una vita, ed è venuto a sapere della sua scomparsa mentre si trova in vacanza. «Sembra incredibile, avevo parlato con lui non più tardi di venerdì, ci conoscevamo da quando avevamo appena sedici anni», ricorda Corva, addolorato, esprimendo tutta la sua vicinanza alla famiglia.
E c’è chi in queste ore piange una morte così improvvisa e assurda ricordando una frequentazione passata, ma non per questo meno intensa. «Dario era stato alpino in artiglieria di montagna – dice Ederino Francescotto, vice capogruppo della sezione Ana di Lucinico –, e aveva anche fatto parte del nostro gruppo negli anni Novanta. Allora abitava nel quartiere, in via Marconcelli, proprio vicino a me. Poi ci siamo un po’ persi di vista, ma la stima è sempre rimasta intatta». A Lucinico, però, Furlan era apprezzato anche per la sua attività con l’arco club “Il Falcone”. Non faceva parte del direttivo, ma era un collaboratore appassionato dell’associazione, e non disdegnava partecipare alle gare di tiro con l’arco 3D. «Erano ormai quasi cinque anni che collaborava con noi – racconta commosso Danilo Chinese, de “Il Falcone” –, ed era uno che metteva l’anima in quel che faceva. Personalmente non ho perso solo un collaboratore, ma anche un vero amico. Dario spesso e volentieri prendeva parte alle gare, ma non aveva particolari ambizioni: per lui contava partecipare, esprimersi al meglio e stare in mezzo agli altri».
Dalle parti di via San Michele, dove viveva, Furlan era conosciuto ovviamente per le sue grandi passioni. Su tutte, lui che un tempo faceva il camionista e oggi era in pensione, quella per le moto. Ma amava anche andare in gita con il camper, e portare a passeggio i suoi due cagnolini. Poi c’era lo sport, il calcio. «Abbiamo passato le ultime due serate assieme, a chiacchierare in bar – racconta il presidente della Juventina Marco Kerpan –. Mi diceva sempre che gli dispiaceva non riuscire quasi mai a seguire le nostre partite, la domenica, ma la giornata festiva era quella che lui dedicava alla motocicletta e ai raduni. Però si informava sempre sui risultati della squadra, e passava a trovarci al campo. Non so ancora in che modo, ma cercheremo di ricordarlo degnamente, quando inizierà la stagione sportiva». —
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