Daffarra: «La questione Uti è il primo nodo da sciogliere»

COLLOREDO. Il neopresidente della Comunità collinare Mirco Daffara, già sindaco di Ragogna, che inizierà il mandato il 20 marzo. Con lui in consiglio d'amministrazione ci saranno Elisa Giulia De...
Di Luciana Idelfonso

COLLOREDO. Il neopresidente della Comunità collinare Mirco Daffara, già sindaco di Ragogna, che inizierà il mandato il 20 marzo. Con lui in consiglio d'amministrazione ci saranno Elisa Giulia De Sabbata e Rudi Bagatto consigliere comunale a San Daniele. Un cambio di poltrona carico di sfide per il neopresidente, pronto a far valere il programma stilato dai 15 sindaci della Collinare, le caratteristiche del territorio e la vicenda delle Uti. «Dopo 32 anni di vita politica ero pronto a ritirami – ha commentato Daffara –, ho deciso di accettare per spirito di servizio, con la convinzione che la Comunità collinare abbia ancora molto da dare per il suo territorio e per il Friuli. L’essere stato eletto all’unanimità mi dà la spinta per affrontare questo periodo delicato, soprattutto per quanto concerne le Uti che sono riuscite a dividere la Comunità collinare tra amministrazioni favorevoli (7) e contrarie (8), dopo 50 anni di armonia. La Comunità Collinare sarebbe stato l’esempio più facile di realizzazione se solo la Regione avesse saputo valorizzare l’esperienza maturata in questo lasso di tempo. Nonostante l’entrata in vigore della legge regionale il cda porterà avanti con impegno gli obiettivi fissati nel programma triennale cercando di trovare un dialogo con la Regione per la questione Uti e continuando a migliorare i servizi in capo all’ente, dalla cultura alla gestione dei canili fino all’ufficio Europa che ha recentemente permesso l’acquisizione di fondi importanti. Ringrazio chi mi ha preceduto e i sindaci che hanno riposto in me e nel resto del cda la loro fiducia». L'arrivo del nuovo presidente è stato accolto con soddisfazione da Luca Ovan, presidente dei sindaci della Collinare: «Stiamo attraversando un periodo complicato a causa delle Uti, con la Regione che vuole dividere quanto fatto in maniera spontanea in 50 anni di collaborazione».

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