Da tenore a direttore d’orchestra Nicola Pascoli sui palchi d’Europa



Dalla direzione del coro “Alpe Adria” di Treppo all’orchestra del teatro dell’opera di Cracovia. È la storia del tarcentino Nicola Pascoli, 44 anni, direttore d’orchestra dopo una lunga esperienza come tenore, che oggi lavora con importanti teatri in Europa.

Pascoli sta infatti concludendo un anno molto ricco di attività dopo numerose collaborazioni con il maestro Antonino Fogliani in Belgio e in Germania e ha raggiunto il suo apice a giugno proprio con la direzione dell’opera “Tancredi” al “Juliusz Slowacki Theatre” di Cracovia, con la Passionart Orchestra, una delle più importanti d’Europa.

Non solo: in questi mesi, Pascoli ha diretto “L’Accademia di musica” di Zimon Mayr all’interno della manifestazione “Rossini in Wildbad” in Germania e come secondo direttore è reduce dalla direzione della “Aida” di Giuseppe Verdi a Ginevra.

«La passione per la musica – racconta Pascoli – me la trasmise mio padre fin da bambino, quando mi faceva sedere sul suo braccio e vi faceva ripetere alcune arie. In seguito intrapresi gli studi musicali e nella prima fase mi sono esibito come tenore in alcune ensemble in giro per l’Italia per diventare direttore d’orchestra negli ultimi anni, quando ho ripreso gli studi».

Il padre di Nicola, Giuseppe Pascoli, era pure noto come tenore operativo in modo non professionale con molte realtà musicali della regione.

Dopo gli studi al conservatorio di Venezia, Nicola Pascoli si è esibito come tenore in molti teatri italiani quali Como, Brescia, Pavia, Cremona, Parma, Modena, Milano e anche a Parigi; è stato corista al “Maggio musicale fiorentino” a Firenze e al Verdi a Trieste.

In seguito, la decisione di studiare per diventare direttore, grazie alla collaborazione con il maestro Antonino Fogliani, che oggi lo porta a lavorare per varie realtà europee: «Nel campo dell’opera – dice Nicola Pascoli – la lingua ufficiale è l’italiano e io sono orgoglioso di rappresentare questo in giro per l’Europa dove ho trovato molti ottimi musicisti italiani che trovano lavoro in condizioni più facili in questo settore rispetto all’Italia». —



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