Da storica discoteca a bazar, ecco cosa diventerà l’ex Scarpandibus

Primi lavori di sistemazione per i locali della storica discoteca. Tra i progetti, anche un bar con ristorante e una piscina

Rinasce l’ex Scarpandibus di viale Venezia a Codroipo, mitica discoteca che ha fatto sognare generazioni di giovani e meno giovani. Sarà riattivato con la realizzazione di un bazar, ma ci sono anche intenzioni per un bar con ristorante, la sala da ballo (più impegnativo questo obiettivo), e perfino la piscina esterna. Dispiacerebbe la demolizione, per ora scongiurata.

Esultano in questi giorni quanti hanno visto squadre al lavoro nel complesso di viale Venezia, per una sistemazione dei locali e degli esterni. Ciò ha risvegliato i ricordi più belli di chi ci ha passato l’adolescenza, magari all’insaputa dei genitori accontentati con pretesti. Memorie di serate favolose e dei primi teneri incontri di gioventù nelle varie sale, dove c’è chi ricorda di aver consumato le suole di più paia di scarpe.

Si deve alla famiglia Fasci la fondazione della discoteca (sostituendo il Piper, dal 1968 in centro Codroipo): in viale Venezia tutto partì quattro anni più tardi con un chiosco per angurie e grigliate.

Il fondatore è stato Antonio Fasci, venuto da Caserta a fare il militare a Codroipo, dove si accasò con Marisa Petri di Udine, imprenditore ricco di idee e spirito innovativo, che cominciò a costruire il primo nucleo dello Scarpandibus ispirandosi all’immagine di un edificio istoriato su un tavolino cinese che aveva in casa.

Da qui la pagoda e l’aria orientaleggiante che ancora caratterizzano lo stabile, successivamente ampliato con altre sale per varie specialità di ballo, campi da tennis e piscina, tanto che il nome del complesso cambiò in “Sesto continente” e l’intitolazione in XL, a indicarne la vastità.

Scarpandibus era anche la radio omonima, che dal 1976 trasmetteva da una stanza vicino alla discoteca: mosse lì i primi passi la codroipese Franca Rizzi, noto volto televisivo di Casa Alice. Vi collaboravano le figlie del titolare, con trasmissioni per bambini, Clara Fasci, ora ristoratrice a Rivignano, e la sorella Cinzia. Mitici il dj Ufone e il misterioso “Uomo della notte”, che altri non era che il titolare Toni. È nata qui anche una delle primissime tv private, mentre spopolava il logo del cavernicolo Scarpantibus (cambiato in Scarpandibus dopo una lite con Arbore e Boncompagni, conduttori di Alto gradimento).

Da nove anni dunque il locale è chiuso, finito all’asta. Rimasto in attesa di acquirente perché troppo vasto, diviso in lotti ha invece trovato proprietari che intendono far rivivere la movida e che hanno cominciato a ripulire il sito, col plauso di quanti paventavano un centro commerciale.

Nessuna richiesta formale di ristrutturazione edilizia, tuttavia, è finora giunta agli uffici comunali.

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