Da soldato semplice a generale: un esempio raro

SACILE. Smanetta su Internet e usa il suo profilo facebook meglio di un nativo digitale. Alla faccia di chi crede che, quelli come lui, classe 1931, non siano in grado usare le tecnologie. Che invece...

SACILE. Smanetta su Internet e usa il suo profilo facebook meglio di un nativo digitale. Alla faccia di chi crede che, quelli come lui, classe 1931, non siano in grado usare le tecnologie. Che invece il generale Antonio Bianchi conosce tanto bene quanto il mondo reale, dove è stato protagonista di una vita straordinaria.

È forse l’unico in Italia che da soldato semplice ha percorso tutta la carriera militare per arrivare al grado di generale di brigata. «Avevo solo 18 anni quando a Udine, dove sono nato, ho fatto domanda per entrare nell’Esercito. Allora c’erano i concorsi e bisognava essere in possesso della licenza della scuola media inferiore, un titolo ambito in quegli anni, dove l’analfabetismo era alto anche tra i soldati di leva – racconta – e sono entrato nella scuola sottuficiali di Spoleto». Da dove esce, “di corsa”, sergente. Viene subito assegnato all’8º reggimento bersaglieri di Pordenone, alla caserma Martelli che ora non c’è più e che allora faceva parte della brigata Ariete. Lì, arriva al grado di maresciallo, ma la corsa per lui non si ferma. Si accinge a una nuova sfida: diventare ufficiale. E supera subito un altro concorso. Diventa tenente, capitano, maggiore, colonnello e vent’anni fa, poco prima del congedo, arriva il grado di generale di brigata. Straordinariamente lucido, preciso nelle date, nomi e particolari come nessuno, ha scritto il diario di quella giornata: “1954. L’abbraccio di Trieste alla madrepatria”.(l.z.)

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