Da Pagnacco un appello per Fontanabona

PAGNACCO L’amministrazione comunale ribadisce l’inalienabilità del borgo medievale di Fontanabona. E ora chiede l’intervento della Regione, auspicando la possibilità di ottenere un ruolo cardine

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L’amministrazione comunale ribadisce l’inalienabilità del borgo medievale di Fontanabona. E ora chiede l’intervento della Regione, auspicando la possibilità di ottenere un ruolo cardine nella gestione e nella valorizzazione di uno dei beni paesaggistico-culturali più importanti di tutto il Friuli. Un appello, quello lanciato dal Comune subito raccolto dall’assessore regionale Sandra Savino. La quale, durante la scorsa settimana, accompagnata dal consigliere regionale del Pd, Franco Iacop, e dalla contessa Annamaria Frangipane ha effettuato una visita di ricognizione a Fontanabona. L’intera proprietà, formata dal castello, dal museo, dal borgo e dai terreni limitrofi, che occupa una superficie di oltre 200 ettari, il cui valore è stimato intorno agli 11 milioni di euro, in virtù d’un lascito testamentario stipulato a cavallo della fine degli anni 60 e gli inizi dei 70, è della Regione. Un lascito quest’ultimo non di certo incondizionato che a suo tempo prevedeva al tempo stesso la costituzione di alcuni diritti di godimento in capo ai discendenti, ma che lascia alcuni dubbi e tanti timori per il futuro. «La nostra volontà – ha spiegato il sindaco Gianni Ciani – è quella di poter ottenere un ruolo di peso per quanto riguarda non solo la parte museale ma anche di ribadire la peculiarità delle attività svolte all’interno dell’impianto agricolo». Una posizione questa condivisa pure dall’assessore Savino che ha affermato come «in quest’ottica risulti necessario contemperare gli interessi della nuda proprietà regionale con quelli dell’usufruttuaria, al fine di garantire appieno la volontà espressa nel lascito alla Regione e perseguire, al contempo, l’interesse comune che ne è sotteso».

Stefano Felcher

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