Da dieci anni il monsignore con otto parrocchie deve far ruotare le messe

Paolo Brida le definisce figlie: Rivignano, Teor, Driolassa, Pocenia, Campomolle, Flambruzzo, Sivigliano, Ariis, Torsa-Paradiso-Roveredo 
Udine 05 agosto 2011 festa sant osvaldo Copyright Petrussi Foto Press Turco
Udine 05 agosto 2011 festa sant osvaldo Copyright Petrussi Foto Press Turco

UDINE. Non una, ma una lunga serie di parrocchie. È il carico da 90 posato sulle spalle dei sacerdoti meno in là con gli anni, che dinnanzi alla contrazione progressiva del numero dei presbiteri in forza alle diocesi sono “costretti” a farsi carico di più d’una parrocchia.

Esempio efficace di questa condizione “straordinaria” è monsignor Paolo Brida, il parroco 57enne di “Rivignano, Teor, Driolassa, Campomolle, Ariis, Flambruzzo-Sivigliano…” esordisce il presbitero enumerando le sue parrocchie. Lui ne fa l’elenco, noi iniziamo a contare.

«Aspetti, aspetti, non ho mica finito – ci ferma a conta in corso –. Dunque, dicevo, Flambruzzo-Siviliano, Pocenia, Torsa-Paradiso-Roveredo. Eccole qui: in tutto fa otto, le mie otto figlie».

Otto parrocchie per un unico sacerdote, costretto da dieci anni a fare i salti mortali per garantire la sua presenza sul territorio. Una missione non facile affrontata inizialmente con una valente spalla. Riavvolgendo il nastro della memoria il ricordo di don Paolo va infatti a don Simone Vigutto.

«Fino al 2013 è stato il mio vicario parrocchiale a Rivignano. In due tutto era più facile». Poi un male se l’è portato via don Simone, a soli 35 anni, e don Paolo è rimasto solo.

«Al servizio ordinario faccio fronte io, ma poi ho molti aiuti. Ci sono tre suore e il sabato e domenica posso contare sull’intervento di don Ilario Virgili, padre spirituale del seminario di Castellerio, che viene a celebrare le sante messe dividendosi con me sulle varie parrocchie.

Durante la settimana invece, le messe feriali vado a celebrarle io ruotando le parrocchie così da toccarne ogni volta una diversa. Ci sono poi i funerali. E quando ci sono, si va». Un vero e proprio tour de force quello del sacerdote che però non se ne lamenta. Anzi, ringrazia dell’aiuto sia don Ilario, sia la folta comunità laica che gli si affianca su vari fronti.

«Ho la fortuna di avere un bel gruppo di collaboratori – fa sapere –, un braccio concreto, che mi aiuta ad aprire le chiese, a svolgere la catechesi, ad animare il centro di ascolto della Caritas» afferma ancora il prete che aggiunge: «Guai non ci fossero. È un gruppo bellissimo, che conta su molti animatori giovani pronti ad arrivare dove non arrivo io. In fondo il parroco non è un tuttologo, ma l’animatore degli animatori».

La carenza di sacerdoti e la necessità di ricorrere sempre più all’aiuto del laicato secondo don Paolo ha anche un risvolto positivo.

«Credo che la comunione di lavoro e d’intenti abbia incentivato negli ultimi tempi più di qualche vocazione sacerdotale. Vent’anni fa queste parrocchie – ricorda – avevano tutte il loro parroco in loco, ora si ritrovano con un solo sacerdote a tempo pieno e nonostante questo viviamo una stagione di fioritura delle vocazioni».

Le otto parrocchie di don Paolo possono infatti vantare ben tre ragazzi ordinati sacerdoti dal 2011 a oggi e uno in vista di ordinazione. «Sono opera di Dio, ma credo che la bella sintonia e sinergia che si è creata tra parrocchie abbia favorito queste vocazioni per le quali abbiamo pregato tanto». —

 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto