Da Buja a Zanzibar odissea in volo

Brutta avventura per una famiglia di San Floriano che racconta l’atterraggio d’emergenza in Libia

BUJA. C’erano anche dei bujesi nello sfortunato volo decollato nella notte di sabato 5 ottobre a Milano per andare a Zanzibar, ma in seguito atterrato in Libia per problemi al motore, dove i 231 passeggeri hanno dovuto restare per ben 24 ore in una situazione di incertezza. La famiglia bujese di San Floreano, che si è trovata ad affrontare questa avventura è quella di Luigino Ursella, che insieme alla moglie Margherita Andreussi e al figlio Luca, avevano preso l'aereo a Malpensa per concedersi le ferie nello splendido arcipelago dell'oceano Indiano, di fronte alla Tanzania. In questi giorni, si trovano a Zanzibar dove alla fine, tra mille peripezie, ce l'hanno fatta ad arrivare, ma di certo questo viaggio non se lo dimenticheranno. Raggiunti telefonicamente, ci hanno raccontato la loro avventura: «Eravamo partiti da Malpensa verso le 23 - ci ha detto la signora Margherita Andreussi - e dopo circa un'ora e mezza di viaggio abbiamo sentito rumori molto preoccupanti in volo: è stato un momento davvero terribile, con il forte incubo sentito da tutti di precipitare perché si percepiva che non era la solita turbolenza atmosferica, ma proprio il motore che faceva grossa fatica ad andare avanti. Successivamente il comandante ci ha fatto sapere che saremo atterrati nell'aeroporto di Bengasi, in Libia». Nell'aeroporto di Bengasi, i 231 passeggeri, che in seguito sono stati informati di un'avaria al motore, ci hanno passato la notte, tenuti sotto controllo da militari libici. Il giorno successivo, verso le 10, tutti quanti sono stati condotti dai militari in un grande capannone con il tetto ancora perforato dai proiettili probabilmente sparati durante la primavera araba di qualche anno fa, come ha ricordato la signora Margherita: «Quello che ci ha preoccupato di più in quelle ore - ci ha detto - era più che altro il fatto di essere in quel paese, dove c'erano stati scontri civili, e oltretutto il comandante per un paio di ore ci lasciò con i militari, probabilmente per seguire le operazioni di ritorno a casa, ma fra di noi si faceva avanti spesso la paura che non tornasse più. Tuttavia, dobbiamo dire che l'esercito libico ci ha trattato bene: in quel capannone si moriva di caldo, ma ci hanno portato acqua, mele, e succhi di frutta, oltre a stendere dei tappeti perché potessimo stare più comodi». Tutto concluso con un lieto fine: verso le 17 si è ripartiti con due aerei arrivati da Cagliari e Verona, e tutti quanti sono ritornati a Malpensa per le 19. Poi, tempo di decidere se procedere o meno, e una trentina di passeggeri hanno abbandonato l'idea di andare a Zanzibar, così che per le 23 chi ha deciso di continuare, è riuscito a partire alla volta dell'oceano Indiano. Dal canto suo, la famiglia Ursella, passato lo spavento, ora è tempo di relax a Zanzibar.

Piero Cargnelutti

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