Cultura friulana in lutto: è morto Tonino Cragnolini Video

TARCENTO. E’ morto questa mattina all’età di 76 anni nella sua casa di Tarcento l’artista friulano Tonino Cragnolini. Era malato da qualche tempo.
Nato a Tarcento, dove ha sempre vissuto (risiedendo a Loneriacco), Cragnolini ha condotto i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Fine incisore, si è affermato subito per le sue rivisitazioni della letteratura moderna: Swift (I viaggi di Gulliver).
Ha esposto per la prima volta nel 1958 a Udine a palazzo Kechler. Dalla fine degli anni Settanta i suoi interessi si sono spostati verso l’indagine storiografica, legata soprattutto al Friuli medievale. Nel 1985 ha esposto alla Fondazione Corrente d Milano. Nel 1989 è stata allestita una personale nel Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
Tra i suoi cicli più famosi, quello dedicato al Patriarca Bertrando di Saint Geniès, in cui veniva raccontata con segno sottile e in modo fiabesco, ricreando l'iconografia medievale, la vicenda sanguinosa di Bertrando, culminata nell’assassinio del Patriarca da parte della nobiltà friulana.
Proprio a questo ciclo è stata dedicata l’ultima mostra di Cragnolini, tenutasi tra ottobre e novembre nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento, nell’ambito del progetto”Vox Dei vox populi”.
Una figura senza tempo, il Bertrando di Cragnolini, un difensore dei poveri, un personaggio che l’artista, in una recente intervista rilasciata a Giorgio Simonetti in occasione della mostra di San Vito, aveva voluto paragonare a Papa Francesco.
Nel 1970 il pittore trova in Mario De Micheli, uno dei maggiori critici artistici del secondo dopoguerra, una sorta di Virgilio. Un altro intreccio, da pittore, Cragnolini stabilice e comincia a svolgere i fili, con Ernesto Treccani che lo introduce nella Fondazione Corrente nella cui sede, più tardi, nel 1985, presenterà una grande mostra di disegni dal titolo significativo: Immagini per la pace disegnando la guerra. Nel 1971 De Micheli lo presenta alla sua prima personale a Milano alla Galleria "L'Agrifoglio" fondata allora da Livia Lucchini. La lettura di Swift gli ispira due grandi serie di disegni; I viaggi di Gulliver nel 1974, e Una modesta proposta esposta nel 1978, sempre all'Agrifoglio, diretta da Alberto Pivi.
Conosce a Milano Ettore Gian Ferrari presso la cui Galleria tiene, nel 1981, una mostra personale. Il tipo di disegno che lo interessa non può non portarlo ad avvicinarsi all'antica, e in molti ca-si passata dai pittori ai tecnici, arte dell'incisione. Anche qui si forma un intreccio molto stretto con Cesco Magnolato presso il quale, all'Accademia di Venezia si diploma. Altre riletture intanto s'affollano, come personaggi insinuanti e richiedenti un'evocazione: I Benandanti di Ginzburg, Il Vampiro di Polidori, e, come una sorta di grande salto,
Le memorie di un italiano del Nevio, in cui comincia ad affiorare quel misterioso appartenere ad un'antica tradizione popolare che, nonostante una civiltà livellatrice ed impaziente, cova sotto le ceneri.
Laico, politicamente da sempre schierato su posizioni marxiste, in quell’intervista alla domanda su che cosa significasse per lui la parola Fede aveva risposto: “Ognuno di noi, pur nei distinguo di laicità o altro, viene supportato dalla fede. Se l’uomo non ha fede non va alla ricerca di nulla”.
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