Csm: De Nicolo capo alla Procura di Udine

Il magistrato goriziano è stato indicato all’unanimità dalla quinta commissione. Sua la sentenza di condanna ad Adriano Sofri
Di Luana De Francisco

È originario di Gorizia, abita a Trieste e lavora a Venezia il magistrato indicato dal Consiglio superiore della magistratura per assumere la guida della Procura di Udine. Antonio De Nicolo, 61 anni a giugno, è uomo di giustizia di lungo corso e il suo nome, nell’aria da tempo, è stato proposto all’unanimità dai componenti della quinta commissione per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi del Csm, riunita martedì.

La notizia non ha tardato a fare il giro del palazzo di via Lovaria, rimbalzando anche in tribunale e nel resto degli ambienti giudiziari di Udine. Il posto di procuratore capo è vacante dal 1° agosto scorso, quando Antonio Biancardi andò in quiescenza, sei mesi prima del compimento del 75° anno di età, e le redini dell’ufficio passarono al facente funzioni Raffaele Tito. Da allora, tra i papabili alla successione avevano preso quota anche Sandro Raimondi, pm a Brescia, e Silvio Franz, pm a Genova.

Prima di procedere alla nomina udinese, il Csm aveva dovuto dedicarsi al non facile cambio della propria formazione interna e aveva provveduto poi a individuare il magistrato incaricato di subentrare a Caterina Ajello al vertice della Procura di Gorizia. La scelta è stata formalizzata il mese scorso ed è caduta su Massimo Lia, sostituto procuratore a Catanzaro. A quel punto, la Procura di Udine ha guadagnato la cima delle nomine in scadenza.

De Nicolo, che attualmente è sostituto procuratore generale a Venezia, aveva fatto visita al capoluogo friulano lo scorso 14 novembre, in occasione del convegno “Il quarto grado di giudizio. Gli effetti sui processi italiani delle pronunce delle Corti europee”, organizzato dallo Studio avvocati Campeis. Era stato l’avvocato Giuseppe Campeis, autore, insieme al docente universitario Arrigo De Pauli, del libro “Carte e Corti europee, diritti fondamentali e giustizia italiana”, a invitare il magistrato all’incontro, proprio per la sua conoscenza in materia di diritto europeo.

La carriera di De Nicolo era cominciata alla Procura di Trieste, dove era rimasto come sostituto dal 1988 al 1996, occupandosi di diverse inchieste di rilievo, tra cui alcuni filoni della Tangentopoli giuliana. Da lì, era passato quindi alla Corte d’appello di Venezia e poi a quella di Trieste, fino al nuovo ritorno in laguna, questa volta nel palazzo della Procura generale. Nel 2001, era stato nominato dal ministero della Giustizia consigliere di pre-adesione al ministero dell’Interno della Slovenia.

Diversi i casi di portata nazionale trattati in qualità di magistrato sia inquirente, sia giudicante. Era stato proprio De Nicolo, nel 2000, a firmare le quasi 500 pagine delle motivazioni della sentenza del processo Calabresi, con le quali venivano confermate le condanne a 22 anni di reclusione per gli ex dirigenti di Lotta continua, Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi. E c’era ancora una volta lui tra i giudici del processo del 2008 a Felice Maniero, il capo della mafia del Brenta, e di quello ai “serenissimi” per l’assalto del 1997 al campanile di Venezia.

Dalla data della nomina, De Nicolo avrà venti giorni di tempo per decidere se accettare o meno l’incarico. A quel punto, comincerà il conto alla rovescia del suo trasferimento a Udine. Secondo i più ottimisti, potrebbe avvenire già entro l’inizio dell’estate.

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