Croazia, Spagna o Grecia: chi rientra dovrà sottoporsi a tampone. Ecco le nuove regole stabilite dal governo

UDINE. Come si fa a controllare il flusso dei vacanzieri o dei pendolari di ritorno dalla Croazia? Non sarà facile applicare la nuova ordinanza anti-Covid proposta, alle Regioni dal ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, e firmata in serata dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Il documento obbliga tutti coloro che ogni giorno entrano in Italia non solo dall’Istria, ma anche da Spagna, Grecia e Malta a sottoporsi al tampone nelle 72 ore precedenti la partenza o nelle 48 ore successive all’arrivo.
«Serviranno uomini e mezzi per controllare le persone che a bordo di auto, imbarcazioni e aerei varcheranno il confine» fa notare il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, non senza chiedersi: «Se qualcuno ha contratto il virus all’estero e si sottopone al tampone nelle 48 ore successive all’arrivo in Italia, in questi due giorni può circolare liberamente?».
PER APPROFONDIRE:
Considerazioni lecite che saranno chiarite sul campo. Speranza e Boccia, invece, si sono impegnati a interessare la ministra Lamorgese per potenziare il monitoraggio sui migranti che continuano a percorrere la rotta balcanica. Migranti già sottoposti alla quarantena in alcune strutture messe a disposizione in regione.
Considerato che, ogni giorno, soprattutto dall’Istria arrivano centinaia di persone in auto, in barca e a bordo dei traghetti a Trieste, il Friuli Venezia Giulia sta mettendo a punto un piano d’azione per garantire i controlli. Altrettanta attenzione sarà posta sul previsto auto isolamento in attesa dell’esito del tampone. Le Prefetture stanno cercando ulteriori strutture da mettere a disposizione per la quarantena, ma non è facile trovarle. Questo è un problema serio, lo fa notare pure l’epidemiologico dell’Ircss Burlo Garofolo che guida la task-force regionale, Fabio Barbone: «Dal punto di vista sanitario – spiega – è importante evitare la diffusione dell’epidemia di fronte a persone che rientrano o entrano in Italia per vari motivi».
Barbone pensa alle badanti provenienti anche dalla Croazia che prendendosi cura di anziani e disabili vivono nella stessa casa degli assistiti: «Non possiamo pensare di fare prevenzione mantenendo la persona in quarantena vicino ai più fragili». Tutti concordano sulla necessità di potenziare la sorveglianza sanitaria pur mantenendo qualche dubbio sulle modalità di applicazione dell’ordinanza. Oggi il testo sarà letto e analizzato, mentre i responsabili dei laboratori di analisi continueranno (lo stanno facendo da ieri), a verificare le disponibilità di tamponi e reagenti necessarie a garantire le nuove misure di prevenzione.
«Siamo pronti» assicura Riccardi invitando tutti a indossare la mascherina nei luoghi chiusi, a mantenere il distanziamento sociale e a lavarsi spesso le mani per non vanificare gli sforzi fatti finora. Quelli che hanno consentito di contenere il contagio da coronavirus in Fvg.
DUE FOCUS SUL TEMA
Il potenziamento del monitoraggio su chi entra in Italia dai Paesi a rischio contagio è stato condiviso anche da Fedriga. Il governatore però ha colto la palla al balzo per sollecitare nuovamente i controlli ai valichi: Ritengo – spiega in una nota – che il potenziamento del monitoraggio debba avvenire di pari passo con il blocco degli ingressi irregolari. Sarebbe difficilmente giustificabile imporre il tampone a chi va in vacanza in Croazia e al contempo tollerare ingressi di migranti senza alcun controllo».
I ministri Boccia e Speranza – sono sempre le parole del governatore – «hanno recepito l’allarme lanciato dal Friuli Venezia Giulia, regione tra le più esposte all’ingresso di migranti irregolari transitati in territori dove la diffusione del virus è estremamente alta, e si sono impegnati a interessare il ministro Lamorgese per individuare soluzioni immediate al problema».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto