Crac di Giuseppe Gregoris, in tribunale arriva il conto

PORDENONE. Un anno e tre mesi di reclusione più la confisca di 137 mila 97 euro per due reati fiscali, riuniti nello stesso procedimento: questa la pena inflitta dal giudice monocratico Eugenio Pergola all’imprenditore Giuseppe Gregoris, 68 anni, di Azzano Decimo, difeso dall’avvocato Enzo Del Bianco, dichiarato fallito lo scorso 25 giugno come “società unipersonale”.
Un caso complesso, che differiva dai classici fallimenti proprio perché la richiesta non era avvenuta da parte dei creditori, bensì dalla procura della Repubblica di Pordenone, la quale considerava come creditori le aziende gestite dalla “holding” Giuseppe Gregoris.
Le imprese creditrici erano Gregoris color spa e Gregoris service srl (entrambe dichiarate fallite nel 1994), Image photo service srl (fallita nel 2010), Fb srl (fallita nel 2011), G. Immobiliare srl (fallita nel 2013) e Gregoris srl in concordato preventivo, la cui attività prosegue grazie all’affitto del ramo d’azienda rilevato dalla Gds street lighting srl.
Dal punto di vista penale, proprio nell'ambito del fallimento della Fb srl Gregoris era stato imputato quale legale rappresentante, per avere omesso di versare entro i termini previsti per la presentazione del modello annuale “770”, le ritenute alla fonte relative a emolumenti erogati per l’anno d’imposta 2009, per un totale appunto di 137 mila 97 euro. Quanto al secondo reato ascrittogli, Gregoris era accusato di evasione fiscale non avendo presentato la dichiarazione dei redditi tramite il modello “Unico” 2010, riguardo imposte dirette, Irap e Iva, nonostante un volume d’affari di 3 milioni 103 mila 980 euro, pari a Iva non versata per 96.987 euro.
Con il provvedimento del tribunale fallimentare era caduto in pratica l’ultimo baluardo di un impero ad Azzano Decimo, il creatore di una serie di realtà produttive che avevano contributo in maniera determinante alla trasformazione del territorio da agricolo ad artigianale. Una rete messa però a dura prova dalla crisi e in qualche modo anche dalla “Primavera araba”: proprio la Gregoris srl in concordato preventivo, infatti, nel 2012 aveva stretto un importante accordo con la Libia di Gheddafi per una fornitura di lampade a led: col rovesciamento del regime, erano venute a cadere commesse milionarie. Ad avviare l’attività, subito dopo la prima guerra mondiale, era stato Americo Gregoris, padre di Giuseppe: inizialmente la fabbrica produceva biciclette, dopo qualche anno il fondatore decise di dedicarsi al campo della fotografia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto