Crac alla Barriviera cappe Patteggia un anno e mezzo

L’ex vicepresidente del cda concorda la pena col beneficio della condizionale L’accusa era di aver sovrastimato le giacenze di magazzino per coprire il deficit
PRATA. Si è chiusa con l’ultimo patteggiamento dinanzi al gup Roberta Bolzoni la vicenda giudiziaria legata al crac della Barriviera cappe, azienda di Prata fallita il 3 gennaio 2012.


Ieri mattina ha concordato una pena di un anno e sei mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale, l’ex vicepresidente del consiglio d’amministrazione Michele Barriviera


L’azienda pratese, al top del suo settore prima della chiusura, aveva dato lavoro a 32 fra impiegati e operai. Fino all’ultimo gli imprenditori hanno cercato di resistere alla crisi del settore del mobile e dell’arredo, poi però avevano dovuto risolversi a portare i libri in tribunale.


La Procura ha contestato a Michele Barriviera, in concorso con il presidente del cda e un consigliere del cda, anched in qualità di co-rappresentante legale, di aver sopravvalutato i valori delle rimanenze di magazzino inseriti nei bilanci depositati dal 2007 al 2010.


Secondo gli inquirenti lo avrebbero fatto per coprire i reali risultati economici di ciascun esercizio, le perdite sarebbero state maggiori di quanto rappresentato e il patrimonio netto sarebbe stato inferiore a quello emergente nei bilanci depositati, aumentando così il deficit.


Stando alle indagini condotte dal pm Annita Sorti, già alla fine del 2007 il capitale della Barriviera cappe era stato integralmente eroso. In tal modo, secondo gli inquirenti i tre amministratori avrebbero concorso a cagionare il dissesto della società, poiché i terzi, banche e creditori, avrebbero continuato a sviluppare rapporti con la società, incrementando l’esposizione debitoria. Gli inquirenti hanno accusato gli amministratori anche di aver aggravato il dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione di fallimento, quando invece stando al capo di imputazione lo stato di insolvenza sarebbe cominciato alla fine del 2010. In base alle stime della Procura, il ritardato fallimento avrebbe comportato un aggravio del dissesto per circa 656 mila euro. La Procura ha inoltre scoperto otto bonifici per somme dai 450 a un massimo di 1.939 euro inviati a titolo di compensi a Michele Barriviera fra il gennaio e l’aprile 2011.


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