Covid, impennata dei contagi in Italia: tre le regioni a rischio alto, ma l’Rt è sotto la soglia epidemica
Monitoraggio Iss. L'effetto feste fa risalire i casi. Sale l’incidenza ogni cento mila abitanti
La Befana porterà anche via le feste ma non il virus, perché dopo giorni di numeri in discesa il Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss, all’esame stamani delle cabina di regia, indica che l’incidenza dei casi settimanali ogni 100mila abitanti torna a salire da 207 a 231, mentre l’Rt resta stabile a 0,83 (era a 0,82 sette giorni fa), comunque ampiamente sotto il livello epidemico di uno.
Ma sia l’indice di contagio che i ricoveri tendono a risalire 7-10 giorni dopo la risalita dei casi. Così questa settimana il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di medicina dal 13 cala al 12,1% mentre quello delle terapie intensive resta inchiodato al 3,2%.
Da zero diventano però tre le regioni classificate a rischio alto: Lazio, Puglie e Umbria. Dodici sono quelle a rischio moderato, sei quelle classificate come a rischio basso.
La variante omicron BA.5 e i suoi lignaggi discendenti dominano ancora, nel mondo, rappresentando il 63,7% delle sequenze inviate al sistema internazionale Gisaid dal 12 al 18 dicembre 2022, ma la loro prevalenza continua a diminuire.
Aumenta invece, principalmente a causa di BA.2.75 (Centaurus), la prevalenza delle sottovarianti di Omicron 2 (BA.2) che rappresentano il 15,2% delle sequenze esaminate. Mentre BA.4 cala allo 0,7%. Lo rileva l'ultimo bollettino epidemiologico settimanale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che non riporta notizie sulla BF.7 che si sta diffondendo in Cina.
A livello settimanale, nel mondo, globale, sei varianti attualmente sotto monitoraggio rappresentano il 74,4% della prevalenza e hanno ha sostituito i precedenti lignaggi discendenti BA.5.
Queste sei varianti sono: BQ.1 soprannominata Cerberus (44,9%); una sottolinea di BA.5, BA.5 con una o più di cinque mutazioni (10,3%), BA.2.75 detta anche Centuarus (11,8%), BA.4.6 (0,6%), BA.2.3.20 (sotto lo 0,1%); XBB o Gryphon, e discendenti con una prevalenza del 6,8% e che include XBB.1.5 che ha avuto un aumento (667 sequenze) rispetto alla settimana precedente (525 sequenze).
Sulla base delle prove attuali, precisa l'Oms, «non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste varianti sotto monitoraggio rispetto a precedenti lignaggi Omicron».
Se si considerano i dati a livello mensile, dal 2 dicembre 2022 al 2 gennaio 2023, 105.428 sequenze SARS-CoV-2 sono state condivise tramite il sistema internazionale Gisaid. Tra queste, 103.723 sequenze erano la variante Omicron, pari al 98,4% del totale.
A oggi, tutte le varianti del virus SarsCov2 rilevate in Cina sono già conosciute. In particolare BA.5.2 e BF.7 rappresentano il 97,5% dei casi autoctoni. È quanto ha confermato in una nota il gruppo tecnico sulle varianti dell'Oms (TAG-VE o Technical Advisory Group on Virus Evolution).
Il TAG-VE si è riunito lo scorso 3 gennaio analizzando i dati sulle sequenze del virus forniti dagli scienziati dei CDC cinesi.
«L'analisi dei CDC cinesi ha mostrato una predominanza dei lignaggi Omicron BA.5.2 e BF.7 tra le infezioni acquisite localmente. BA.5.2 e BF.7, insieme, rappresentavano il 97,5% di tutte le infezioni locali secondo il sequenziamento genomico», scrive il TAG-VE.
«Sono stati rilevati inoltre altri sotto-lignaggi di Omicron noti, anche se in basse percentuali. Queste varianti sono note e circolano in altri Paesi e al momento nessuna nuova variante è stata segnalata dal CDC cinese».
La situazione cinese continua a essere monitorata con attenzione.
Allo stesso tempo il TAG-VE è in allerta per la sotto-variante XBB.1.5 che sta crescendo rapidamente in Usa e in altri Paesi. Negli Stati Uniti, in particolare, secondo l'ultima rilevazione dei Cdc, nell'ultima settimana del 2022 XBB.1.5 era responsabile del 40,5% dei contagi.
Dalle vaccinazioni alla sorveglianza delle varianti, dopo tre anni di epidemia di Covid-19 le cose sono cambiate e adesso è il momento di adottare una nuova strategia contro un virus che continua a mutare, afferma il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento. «Serve un cambiamento di paradigma, soprattutto nei confronti delle vaccinazioni e delle numerose varianti del virus sarsCoV2, per poter sostenere con successo la battaglia contro l'epidemia», dice l'esperto.
«È ormai chiaro, per esempio, che il vaccino è particolarmente necessario per gli anziani e i fragili in quanto protegge dalle forme gravi della malattia e non dall'infezione. Si apre adesso - prosegue - anche la questione dei richiami, che dovrà essere affrontata con grande prudenza, così come è da valutare attentamente il concetto di vaccinazione prolungata».
Per quanto riguarda il monitoraggio delle varianti, secondo il virologo «servono nuovi approcci, nel senso che la domanda che dobbiamo farci ogni volta che abbiamo una nuova variante non è se sostituirà la precedente, perché è scontato che la sostituirà, ma se è più virulenta. Per questo motivo - osserva - è necessario sequenziare i campioni del virus prelevato dai pazienti che hanno forme gravi di Covid-19».
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