La Costituzione italiana si legge anche in friulano: in un volume gli articoli tradotti
Il libro è curato da Vito Tenore e sarà presentato alle ore 18 di lunedì 20 gennaio al Comune di Udine. La consigliera Garlatti-Costa: «La ricchezza linguistica è un patrimonio assoluto»

La Costituzione italiana declinata in lingua friulana. L’iniziativa, confluita nel volume “La Costituzione tradotta nelle lingue e nei dialetti regionali italiani”, ideato e curato dal professor Vito Tenore, presidente di sezione della Corte dei conti e docente alla scuola nazionale dell’Amministrazione, sarà al centro dell’evento organizzato dal Comune per lunedì 20 gennaio alle 18, in Sala Ajace.
Saranno i saluti istituzionali del sindaco Alberto Felice De Toni, della consigliera comunale con delega a Identità friulana e plurilinguismo Stefania Garlatti-Costa e del presidente dell’Arlef (Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane) Eros Cisilino, ad aprire i lavori, che proseguiranno con la presentazione dell’opera da parte del suo stesso autore. Nel corso dell’incontro, alcuni articoli saranno letti in lingua friulana e sarda.

Ad arricchire il programma saranno anche gli interventi della professoressa di diritto regionale ed europeo all’università di Udine, Elena D’Orlando, che spiegherà l’importanza del fattore linguistico nella nascita e nell’evoluzione dell’autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia, e di William Cisilino, direttore dell’Arlef, che parlerà della legge 482 del 15 dicembre 1999 in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze.
Edito da Editoriale Anicia, il volume rappresenta un progetto unico nel suo genere: in 712 pagine vengono tradotti i 139 articoli della Costituzione italiana nelle lingue minoritarie italiane, il sardo e la lingua friulana, e nei principali dialetti diffusi nel territorio nazionale. Un’iniziativa ambiziosa, realizzata con la collaborazione di 22 colleghi della Corte dei conti delle diverse sedi regionali e con il supporto di esperti linguisti. La pubblicazione non si limita a un semplice lavoro di traduzione, ma si configura come un vero e proprio “studio musicale e linguistico”, volto a promuovere la conoscenza della Carta Costituzionale e a valorizzare il ricchissimo patrimonio linguistico italiano.
Attraverso la trasposizione nelle lingue minoritarie e nei dialetti locali, l’opera permette da un lato di avvicinare i cittadini ai principi fondanti della Repubblica, tentando di rendere più accessibili e comprensibili anche i passaggi tecnici più complessi del testo costituzionale nelle lingue parlate a livello locale, dall’altro evidenzia la ricchezza e le lingue parlate nella penisola italiana, dalle strutture vicine al francese del piemontese e del lombardo, all’eleganza della parlata bolognese, passando per la ricchezza espressiva delle lingue e dialetti del sud Italia. Un quadro, quello delle lingue parlate in Italia, che già a suo tempo, più di 700 anni fa, Dante Alighieri aveva presentato nella lucidissima analisi del De Vulgari Eloquentia.
«La grande ricchezza linguistica dell’Italia è un patrimonio assoluto, che ci caratterizza rispetto agli altri Stati europei e si accompagna a una simile biodiversità di genti e culture – commenta la consigliera Garlatti-Costa –. Il volume del presidente Tenore restituisce una grande importanza alla biodiversità linguistica italiana, particolarmente evidente nella nostra regione, e ci mostra che le lingue regionali, benché non sempre valorizzate, sono parte del tessuto che ci rende cittadini italiani». —
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