Così rimane incustodita la “Sistina del Friuli”

San Daniele, si tratta della chiesa di Sant’Antonio Abate risalente al 1300  La segnalazione: «Senza sorvegliante, ora ci può andare dentro chiunque»
ANTEPRIMA San Daniele 17-03-2008 chiesa san antonio
ANTEPRIMA San Daniele 17-03-2008 chiesa san antonio

SAN DANIELE. «Da più di un mese la chiesa di Sant’Antonio è incustodita». A segnalare il sostanziale “abbandono” da parte dell’amministrazione comunale di uno dei monumenti simbolo della città un cittadino che risiede nel cuore di San Daniele, Carlo Zardi. «Da quando la persona incaricata di aprire e chiudere con certosina puntualità quella che è conosciuta come la “Sistina del Friuli” ha restituito le chiavi a un dipendente comunale – spiega Zardi –, non si è provveduto a proseguire il servizio».

Secondo quanto riferito dal signor Zardi, ad aprire e chiudere, accendere e spegnere le luci della chiesetta posta nella centralissima via Garibaldi e risalente agli inizi del 1300 era stato per molti anni un volontario. Un pensionato che ogni giorno, alle 7 del mattino, andava ad aprire, accendeva le luci e, alla sera, alle 18, spegneva e chiudeva tutto. Quando per motivi di salute l’uomo non poteva svolgere il suo servizio, lasciava le chiavi all’edicola, adesso chiusa, che si trovava a poche decine di metri dalla chiesa. Qualche mese fa, a causa di problemi personali, l’anziano ha deciso di riconsegnare le chiavi e di non effettuare più il servizio. «Da quando il volontario ha riconsegnato le chiavi – spiega Zardi – la chiesa rimane aperta giorno e notte. Io abito in piazza e di frequente passo in via Garibaldi: ho trovato l’edificio aperto a ogni ora, ben dopo le 22 e di prima mattina». Ciò significa che nessuno si preoccupa di aprire o chiudere la porta. «Per fortuna finora – riferisce ancora Zardi – la chiesa non è stata oggetto delle attenzioni dei vandali, tanto meno ospizio di senzatetto. Considerando che telecamere di sorveglianza non ci sono, anche se potrebbero essere poste nell’edificio comunale di fronte, questa è da considerarsi abbandonata». La chiesa di Sant’Antonio Abate è uno dei monumenti più importanti della città: oltre alla splendida facciata gotica realizzata in pietra d’Istria dove spicca il magnifico rosone, all’interno vi è un ciclo di affreschi rinascimentali realizzati da Martino da Udine, meglio conosciuto come Pellegrino da San Daniele, che le sono valsi il soprannome di “Sistina del Friuli”. «Il sindaco – propone il cittadino sandanielese – dovrebbe convocare chi per così tanti anni ha effettuato il servizio e risolvere il contrasto. Diversamente, si potrebbe verificare la disponibilità dell’Ufficio turistico ad assolvere a tale impegno». «Dispiace – chiosa Zardi – che un edificio, meta obbligata dei numerosi turisti che raggiungono il centro storico, si trovi in uno stato di imperizia. L’auspicio è che questa situazione si possa risolvere quanto prima, per la protezione di un’opera d’arte unica».

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