Corsi in lingua punjabi per i richiedenti asilo ospitati a Cormons

Finalizzati ad agevolare gli stranieri nella comprensione delle operazioni di manutenzione stradale e del verde pubblico
Bumbaca Gorizia 06.09.2014 partita Cricket profughi Afganistan vs. Pakistan Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.09.2014 partita Cricket profughi Afganistan vs. Pakistan Fotografia di Pierluigi Bumbaca

CORMONS. Il Comune di Cormons investe 3.294 euro per corsi di formazione in lingua punjabi finalizzati alla cura dell'arredo urbano cittadino e riservati ai 15 richiedenti asilo ospitati in città. Sarà un mediatore culturale, infatti, a tradurre le lezioni ai migranti pachistani e afgani ospitati a Cormons che sono in attesa di ottenere una risposta alla loro domanda di asilo politico. E i corsi i corsi quindi si terranno nella lingua madre dei profughi, per agevolarli nella comprensione di ciò che si va a spiegare loro.

La determina del Comune cormonese è infatti chiara: si parla di «affidamento alla ditta Spea Service di Gorizia di un corso di formazione a favore dei profughi richiedenti asilo in lingua punjabi». Spulciando tra le carte, si legge come il progetto sia di ispirazione regionale organizzato «nell’ambito degli interventi in materia di Protezione internazionale, con l’Azione “B” denominata Micro progetti locali per richiedenti asilo e/o titolari di protezione internazionale».

In questo modo infatti la Regione intende «sostenere e potenziare la capacità di accoglienza diffusa sul territorio del Friuli Venezia Giulia, mediante la realizzazione di picocli progetti locali finalizzati a offrire supporto agli enti locali dove si trovavano persone richiedenti e/o titolari protezione internazionale presso strutture di accoglienza temporanea». A questo progetto aderisce dunque anche il Comune cormonese: nella determina si legge infatti come la volontà sia quella di favorire «l’inserimento, la conoscenza e l’accettazione reciproca tra persone accolte e comunità ospitante, mediante la realizzazione delle seguenti attività: cura del patrimonio pubblico (sfalcio, manutenzione piste ciclabili, riapertura sentieri, pulizia strade, tinteggiatura edifici pubblici, manutenzione verde pubblico, prevenzione incendi, manutenzione marciapiedi, manutenzione recinzioni ed ogni altro lavoro assimilabile ai precedenti); percorsi laboratoriali dell’”apprendere facendo” per lo sviluppo di competenze di base; corsi di formazione sulla sicurezza; corsi sulle regole del mondo del lavoro e sulla tutela delle lavoratrici madri». Il tutto, come detto, si svolgerà nella lingua madre dei richiedenti asilo, il punjabi, una lingua indoeuropea appartenente alla famiglia delle lingue indo-iraniche parlata soprattutto tra India e Pakistan. Perché garantire loro la possibilità di assistere a dei corsi in lingua punjabi? La risposta è sempre nella determina comunale: «Considerata la necessità di formare i profughi presenti a Cormons in materia di sicurezza e, considerato che molti di loro non parlano né la lingua italiana, né l’inglese, pertanto diviene necessario organizzare il suddetto corso nella loro lingua madre che è il punjabi, affinché gli stessi possano svolgere delle attività di volontariato all’interno del territorio comunale». Insomma, un modo come un altro per agevolarli e renderli partecipi alla vita della comunità: in cambio, i 15 si impegneranno appunto a mantenere pulita la città. I corsi infatti prevedono di mettere a loro disposizione anche guanti, gilet e berretti ad visibilità oltre a mascherine antipolvere, occhiali e scarpe antinfortunistiche, e tappi auricolari con cui appunto poter svolgere questi lavori utili alla comunità in utta sicurezza.

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