Corsa per assumere 15mila medici: ecco tutti i numeri, in Fvg sono 300

Gli operatori sanitari che mancano all’appello verranno reclutati da cinque agenzie per il lavoro. Presentate oltre 24mila domande, 19mila quelle completate. Ci sono anche 4.000 infermieri 

I vaccini contro il Covid, certo. E i luoghi deputati alla somministrazione di massa, in tutta Italia. Ma c’è un altro tema, di cui si parla poco eppure dirimente: chi dovrà inocularli, i vaccini, e quindi il reclutamento di migliaia tra medici, infermieri assistenti sanitari. Un esercito da arruolare, e alla svelta, per scongiurare il flop. È uno dei temi più sensibili sui quali si sta esercitando il commissario straordinario Domenico Arcuri, d’intesa con le Regioni.

I numeri rendono un lavoro in fase iniziale, benché impostato nei dettagli. Oltre 24 mila le domande finora presentate, circa 5 mila in compilazione, poco più di 19 mila quelle completate. Ad oggi parliamo prevalentemente, e curiosamente, di medici (15 mila) più che di infermieri (4 mila) e assistenti sanitari (400).

In Friouli Venezia Giulia saranno assunti 300 medici.

Sono i primi componenti di un’ossatura basata sulla suddivisione del Paese in aree territoriali assegnate a cinque Agenzie per il lavoro, individuate tramite bando tenendo conto del numero della popolazione: Manpower, Randtsad Italia (competente anche per il Piemonte), Gi Group, Synergie + Umana (Synergie, costituita nel 199, è l’unica nata a Torino), Etjca + Orienta. Spetterà a questi soggetti vagliare in tempi brevi le candidature del personale sanitario, attraverso task force dedicate, per poi stipulare accordi locali con le singole Asl.

Uno sforzo logistico colossale. Per di più, come si premetteva, all’insegna di scadenze serrate. In base al piano di Arcuri – che tra le altre cose prevede un referente per ogni Regione in grado di rapportarsi con la struttura commissariale per monitorare il processo step by step – la contrattualizzazione delle Agenzie potrebbe avvenire già oggi: domani il trasferimento dei curricula e la condivisione del fabbisogno mensile; da fine gennaio, se non prima, si stima che le agenzie di cui sopra possano mettere a disposizione i primi candidati.

Ce n’è abbastanza per far tremare i polsi. A complicare un quadro già complesso, la distinzione dei fabbisogni di perdonale sulla base di vaccini con caratteristiche molto diverse in termini di conservazione, stoccaggio, distribuzione e somministrazione, richiami e non: il modello «freeze» – con riferimento a quello di Pfizer-Biontech, per il quale si prevedono circa 300 punti di somministrazione – e il modello «cold», con riferimento ai vaccini Moderna e J&J. Significa calcolare l’andamento del fabbisogno nell’arco di 9 mesi, integrando quello del personale già operativo.

Nel caso del vaccino Pfizer, il solo già in corso di somministrazione, oggi il personale impegnato è di circa 4 mila persone: l’integrazione di personale non dovrebbe superare le 1. 500-2 mila unità al mese. Al contrario, per gli altri vaccini le stime variano di mese in mese, in crescendo, con punte di circa 15 mila unità (e quindi di contrattualizzazioni) tra luglio e ottobre, il periodo di massimo sforzo. Il fabbisogno necessario è la sommatoria del personale necessario per garantire il funzionamento di entrambi i modelli (freeze e cold).

Così in Piemonte, che ha 4, 3 milioni di abitanti, il fabbisogno per il modello cold sarà di 5. 366 unità. Mentre il personale integrativo del modello freeze non supererà i 110 operatori. La Lombardia necessiterà di oltre 12 mila operatori per il modello cold e 253 integrativi per il modello freeze.

Insomma: un piano estremamente complesso. Un piano che oltretutto dovrà adattarsi ad un insieme di variabili: la regolarità nell’arrivo delle forniture e quella della loro distribuzione, così come l’adesione della popolazione a vaccini per ora su base volontaria. Un piano, da ultimo, che procede di pari passo con l’individuazione dei punti deputati alla somministrazione. Un fronte, quest’ultimo, che sarà prerogativa delle Regioni.
 

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