Corruzione alla Pilosio Spa: patteggiano quattro dirigenti

Un anno e 4 mesi all’amministratore delegato Strunz, undici mesi a Colautti. L’inchiesta ruota attorno alle tangenti intascate da un funzionario ministeriale

UDINE. L’amministratore delegato della Pilosio, Johann Strunz, e il direttore operativo dell’azienda, Enrico Maria Colautti, hanno patteggiato rispettivamente un anno e quattro mesi e undici mesi e 15 giorni (convertiti in un anno e undici mesi di libertà controllata) perché ritenuti a conoscenza del sistema di mazzette che secondo l’accusa avrebbe intascato Michele Candreva, il funzionario ministeriale che per 26 anni aveva annotato su un’agenda le tangenti ottenute da imprenditori compiacenti in tutta Italia, per un ammontare di oltre 2 milioni di euro.

Hanno scelto la via del patteggiamento anche gli ingegneri Claudio Sairu, di Udine (assistito dagli avvocati Cruso e Serbelloni), e Federico Bortolussi (difeso dall’avvocato Reyes), di San Giorgio di Nogaro e responsabile dell’Ufficio tecnico. Ai due sono state inflitte pene rispettivamente di un anno e di dieci mesi e dieci giorni.

A finire sul registro degli indagati dell’inchiesta, coordinata dal pm Marco Panzeri, era stata anche la stessa Pilosio spa (nella persona del suo legale rappresentante “pro tempore” Renato De Sabbata, che quindi era stato chiamato a rispondere non come persona fisica), in virtù della normativa contenuta nel decreto legislativo n. 231 del 2001, che disciplina la responsabilità penale dell’azienda per reati commessi da propri amministratori o dipendenti.

Per questo motivo l’azienda di Feletto (assistita dall’avvocato Centonze) è stata sanzionata con una multa di 20 mila euro, come disposto ieri dal giudice per le udienze preliminari, Daniele Faleschini Barnaba che - non potendo riunire per una questione di incompatibilità in un unico procedimento gli atti relativi all’inchiesta sulle mazzette e quella sulla corruzione internazionale su appalti milionari a carico di Dario Roustayan (assistito dall’avvocato Luca Ponti), ex ceo di Pilosio - ha disposto la restituzione degli atti al presidente del tribunale e alla collega Gup Mariarosa Persico, che aveva seguito proprio il procedimento che vede coinvolto l’ex amministratore delegato italo-iraniano.

Roustayan, ad dell’azienda fino al febbraio 2016, è accusato di aver corrotto il presidente di un’azienda algerina. Nello stesso filone del procedimento è indagato anche Nacim Semani (difeso dall’avvocato Daniele Vidal), agente per il Paese nordafricano della Pilosio Spa.
 

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