Coronavirus, verso l’albergo sanitario per le quarantene e test per assistenti domiciliari

Sono due dei punti emersi nella videoriunione del pomeriggio convocata dall’assessore Riccardo Riccardi con i vertici dell’Asfo e i presidenti degli ambiti socio assistenziali della provincia.
Lasorte Trieste 07/05/20 - Regione, Conferenza Stampa Fedriga, Emergenza Coronavirus, Riccardo Riccardi
Lasorte Trieste 07/05/20 - Regione, Conferenza Stampa Fedriga, Emergenza Coronavirus, Riccardo Riccardi

PORDENONE. Verso l’utilizzo della casa dei Comboniani come albergo sanitario e tamponi ad assistenti domiciliari e sociali che si recano nelle case. Sono due dei punti emersi nella videoriunione del pomeriggio convocata dall’assessore Riccardo Riccardi con i vertici dell’Asfo e i presidenti degli ambiti socio assistenziali della provincia.

«Si prospettano esigenze rilevanti di ricovero nelle strutture non intensive, auspicabilmente con turnover veloce di pazienti e dovremo intervenire con adeguamenti che stiamo già studiando – ha spiegato Riccardi –. Un’altra priorità è data dal governo delle attività di isolamento per le persone positive asintomatiche: su questo tema, che richiede la forte collaborazione dei medici di medicina generale, una risposta per i casi non risolvibili a domicilio può essere l’albergo sanitario».



A tale proposito il direttore generale di Asfo Joseph Polimeni ha confermato che il palazzo dei missionari comboniani di via San Daniele potrebbe essere una buona soluzione su cui si sta cercando di chiudere rapidamente. Lo stesso Polimeni ha indicato la necessità di affiancare una nuova struttura intermedia a medio-bassa intensità di ricovero alla Rsa di Sacile.

Rispondendo a una richiesta avanzata dal vicesindaco di Pordenone, Eligio Grizzo, i vertici della sanità regionale hanno garantito che, per assicurare i tamponi ai professionisti sanitari e sociosanitari , in prima linea nei servizi domiciliari, saranno ricavati percorsi preferenziali.
Dai Comuni è stata chiesta anche una campagna informativa per i cittadini – molti non sanno ancora a chi rivolgersi – e sono stati sollevati due temi: la collaborazione dei medici di famiglia; il problema dei minori stranieri non accompagnati che vengono accolti dalle strutture solo a tampone effettuato, ma non possono essere i Comuni a farsene carico.



Riccardi ha apprezzato la volontà di collaborare da parte delle amministrazioni locali e ha rimarcato: «Ogni decisione che saremo chiamati ad assumere seguendo ora per ora gli sviluppi nazionali avrà una valenza complessiva regionale e richiederà da parte di tutti un senso di responsabilità esen

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