Coronavirus, la situazione in Friuli: casi di Covid in Cardiologia a Udine

Il reparto dell’ospedale Santa Maria è rimasto aperto. L’assessore Riccardi: attivati tutti i 55 posti assegnati dal ministero

UDINE. Potenziate le terapie intensive Covid della regione. I reparti distribuiti nelle quattro Aziende sanitarie possono contare su 29 posti letto in più. Intanto, a Udine, sono emersi alcuni contagi in Cardiologia, il reparto del Santa Maria è aperto e la Terapia intensiva è pronta ad accogliere, se si renderà necessario, alcune persone.  Sono stati effettuati i primi spostamenti.

CORONAVIRUS, ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER PER RICEVERE IL PUNTO DELLA SETTIMANA

Una decina di posti di terapia intensiva sono stati aggiunti proprio nel reparto Covid dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc), dove lunedì sera si contavano 21 pazienti e un solo letto libero. Due i posti in più disponibili nell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale, 15 nelle strutture dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano-Isontina e due all’Irccs materno infantile Burlo Garofolo.



La terapia intensiva. Nelle ultime settimane i ricoverati in terapia intensiva sono passati da una media di uno o due pazienti ai 27 di lunedì scorso. Martedì, 27 ottobre, erano 31. Prima del potenziamento dei posti letto, invece, negli altri reparti si contavano 119 ricoverati saliti a 139. I dati sono in crescita e, al momento, non sono previsti rallentamenti anche perché bisognerà attendere almeno una decina di giorni per vedere gli effetti delle misure introdotte lunedì scorso dal Dpcm firmato domenica dal presidente del Consiglio, Conte.

Il piano. La Regione ha attivato tutti i posti di terapia intensiva Covid messi a disposizione dal ministero della Salute a inizio pandemia. Erano 55 e ora con le 29 nuove attivazioni il limite è stato raggiunto. Ma se i ricoveri continueranno ad aumentare la Regione è pronta ad attuare altre manovre che, come ribadisce Riccardi, «saranno definite seguendo l’andamento del contagio». I numeri dei contagi vengono costantemente analizzati dalla task-force regionale che anche, assieme all’assessore Riccardi, si è confrontata con i direttori generali delle Aziende sanitarie.

LEGGI ANCHE: Cosa dicono i dati sui ricoveri in ospedale: fari puntati sulla terapia intensiva, a marzo meno pazienti

Il confronto. Nel corso del confronto con i direttori generali sono stati toccati tutti temi: dal personale che non si trova alla riorganizzazione del sistema. «Stiamo valutando come cercare di aumentare, utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, il personale nei reparti Covid». Il vicegovernatore si sofferma su questo punto perché è una delle criticità più urgenti da sanare. Inutile provare a pubblicare bandi pubblici, in regione come altrove mancano diverse figure professionali. Non ci sono medici, infermieri e Operatori socio sanitari. L’attenzione si è soffermata anche sugli ampliamenti delle terapie intensive visto che con la nomina del governatore Fedriga a commissario delegato i tempi di realizzazioni saranno più rapidi. «La situazione è in continua evoluzione – ripete Riccardi –, la stiamo affrontando a 360 gradi». A Palmanova, nella sede della Protezione civile, i confronti si susseguono di ora in ora.

«A febbraio – ha spiegato, lunedì sera, l’assessore nel corso dell’audizione in consiglio comunale a Trieste – la difficoltà era legata alla crisi delle terapie intensive a seguito dei numeri di posti letto a disposizione rispetto ai casi da trattare. A quella criticità abbiamo dato risposta riadattando le strutture e facendo investimenti per aumentare i macchinari. Poi la domanda si è spostata verso le cure intermedie in specialità quali infettivologia e pneumologia, cosa che ci ha portato a rivedere l’organizzazione interna». Ora però «i dati delle ospedalizzazioni stanno risalendo come testimoniano le 31 persone ricoverate in terapia intensiva e le 139 che si trovano in altri reparti. Di volta in volta stiamo affrontando le diverse criticità in modo efficace grazie alla modularità delle strutture ospedaliere che sanno adattarsi alle specifiche esigenze espresse dal territorio».

Argomenti:coronavirus

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto