Cormòns, dentro le caserme il degrado

NS. Il piazzale d’armi, futuro parcheggio, è lastricato da strisce di asfalto volate dai tetti dei fatiscenti edifici che lo circondano. Dentro alla ex caserma Amadio – il primo intervento di riqualificazione è in fase di progettazione preliminare – lo stato di degrado avanza inesorabile. Versa invece in migliori condizioni l’area militare di Brazzano, che si estende per la metà della superficie della Amadio. 90 mila metri quadrati in tutto, che comporteranno per le casse comunali una spesa esosa. Senza contare che per la ristrutturazione dei due stabili vincolati dalla Sovrintendenza alle belle arti, come rivela l’assessore comunale ai lavori pubblici Paolo Nardin, servirebbero 10 milioni di euro: perché dovranno essere sistemate anche tenendo conto delle normative antisismiche. Aree di grande potenziale per lo sviluppo della città, specialmente la Amadio, nel cuore del centro collinare, le caserme sono state bollate dagli amministratori come «una mela avvelenata». Ovvero un bel regalo, se solo arrivassero, insieme alle aree militari dismesse, anche i fondi per rimetterle a posto. Dunque per il momento si parte con la demolizione degli edifici, investendo nel primo intervento gli 880 mila euro della prima tranche del tesoretto targato Iris spa e confidando nei 500 mila euro dall’Unione europea tramite il progetto Pisus. I tempi, in questo caso, sono lunghi: i progetti inviati all’Ue devono ancora essere esaminati. Poi si calcola di riuscire a ottenere circa 1 milione di euro dalla vendita dei lotti residenziali, 8 mila metri quadrati in tutto. Nel frattempo, però, lo sfacelo regna sovrano. Nel progetto di riqualificazione sono compresi la realizzazione della nuova viabilità di ingresso alla città, parcheggi a servizio dell’Unitrè, delle scuole e del campo sportivo e la demolizione di tutti gli edifici, fatta eccezione per le due palazzine e i tre magazzini-deposito che, secondo gli architetti, con poca spesa potranno essere recuperati. Le porzioni inagibili dell’area saranno transennate, consentendo ai cormonesi l’accesso al parco urbano. Nella Amadio soffitti e pareti della palazzina comando e dell’enorme caseggiato che ospitava le camerate sono ricoperti di muffa, visto che i tetti sono un colabrodo e piove dentro. I pezzi di intonaco si sfaldano, i calcinacci ricoprono i pavimenti. Si sente il frullare delle ali di volatili che hanno trovato casa in caserma. Topi non si vedono in giro, visto che vengono effettuati con costanza interventi di derattizzazione.
La caserma Colombini di Brazzano, invece, essendo di costruzione più recente, è in buone condizioni. A parte le scalinate della palazzina comando, sventrate dai termosifoni fatti rotolare dalla ditta che, per conto della Croce rossa, è venuta a ritirare i termosifoni e altre materiale ferroso un paio di anni fa. Alla Amadio hanno cominciato a spaccare anche i cordoli dei marciapiedi. I cumuli di pietre ammassate sono ancora in bella vista nello spiazzo sotto le camerate. «A un certo punto abbiamo imposto loro uno stop per evitare che distruggessero tutto» ricorda l’assessore Nardin. Se dunque per la Amadio il percorso è già tracciato, cosa succederà alla Colombini di Brazzano? Il sindaco Patat ha annunciato una nuova agenda 21: i cittadini saranno coinvolti nella scelta. Anche qui, però, secondo Nardin, potrà essere realizzato un parco urbano: basterebbe abbattere il muro di cinta per immergersi in un bosco, profumato di fiori e con abeti secolari.
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