Coop San Vito in crisi chiede il concordato: pesano i debiti e il calo della pesca

MARANO. La Cooperativa Pescatori San Vito di Marano Lagunare presenta al tribunale di Udine il piano concordatario in continuità che se verrà accolto, darà una svolta alla difficile situazione debitoria della coop. A valutare il Piano sarà il giudice Andrea Zuliani del tribunale di Udine, mentre la procedura viene seguita dall’avvocato Stefano Fruttarolo di Udine e l’advisor è Giuliano Bianco.
Il Piano prevede la ricapitalizzazione per 600 mila euro a carico dei soci, passaggio questo al quale hanno aderito quasi tutti i pescatori (sia singoli sia associati in impresa), ma non si è ancora arrivati a coprire l’intera somma. Il presidente della Coop San Vito, Riccardo Milocco, resta prudente.
«Tecnicamente stiamo andando avanti in concordato di continuità, seguiti da un pool di esperti. Il giudice – spiega Milocco – sta verificando la documentazione del Piano: attendiamo fiduciosi».
Concordato preventivo
A luglio 2019 la Coop San Vito ha chiesto al tribunale di Udine l’apertura della procedura di concordato preventivo con riserva, che, accolto, ha consentito alla compagine societaria di presentare un piano concordatario, necessario per salvare la cooperativa dallo stato di crisi.
Sono stati presentati i tre ultimi bilanci (quello del 2018 non approvato dai soci) e l’elenco dei creditori con i relativi debiti. Il tribunale ha quindi nominato commissario giudiziale Maurizio Variola, a supporto del tribunale nella vigilanza sull’assolvimento degli obblighi informativi periodici e per raccogliere il parere in caso di richiesta di autorizzazione a compiere atti di straordinaria amministrazione.
Il Piano in continuità
La documentazione è stata depositata il 30 dicembre 2019 in tribunale e ora è al vaglio del giudice che si pronuncerà appena vagliato tutto l’intero Piano che, va detto, è certificato da un pool di professionisti, e quando ci sarà il placet proseguirà il suo iter.
L’attuazione del Piano è propedeutica al vaglio dei singoli creditori che dovranno essere sentiti e dovranno dare il proprio parere sull’efficacia o meno dello stesso. Il Piano prevede una ricapitalizzazione di 600 mila euro, proposta che è stata accolta dalla quasi totalità della marineria che, oltre a rinunciare al credito verso la società, dovrà anche versare una quota. Saranno inoltre rivisti il core business e alcuni asset aziendali, ma di come andranno le cose si saprà non prima dell’autunno.
La crisi
Diversi gli elementi che hanno determinato la difficile situazione in cui si trova la San Vito. Negli anni la Laguna di Marano ha subito cambiamenti morfologici importanti e le mutate condizioni climatiche non hanno agevolato alcune attività portate avanti dalla cooperativa e che hanno prodotto il calo del pescato.
Fenomeni che vanno analizzati (ci sono diversi studi di biologi in merito) anche per capire quale sarà il futuro della Laguna di Marano. C’è poi l’interramento dei canali, che non permette il ricambio d’acqua e che dunque crea molte difficoltà alla vita dei pesci. Tutti tasselli di una situazione complessivamente difficile sfociata nella crisi del comparto pesca di Marano. Un quadro reso ancor più complesso dalle normative europee – che hanno ridotto le misure delle maglie delle reti e vietato la pesca entro tre miglia dalla costa – e di un sempre più raro ricambio generazionale tra i pescatori, anche se nell’ultimo periodo qualche giovane si è avvicinato al settore.
I numeri della Coop
La Cooperativa Pescatori San Vito è la più grande marineria di pesca del Friuli Venezia Giulia, che negli anni d’oro ha avuto anche 400 soci iscritti dai 16 ai 65 anni. Oggi, dopo la crisi del settore, la società conta circa 110 imprese che operano nella pesca tradizionale, sia lagunare sia marittima.
La San Vito, oltre alla pesca e commercio del pescato, gestisce anche il mercato ittico di Marano e il Centro spedizione molluschi, dove sono impegnati 18 dipendenti. E a quelle attività va aggiunto l’indotto portato dal mercato ittico che, tra grossisti, ambulanti, pescherie e ristoranti, conta su almeno 200 piccoli e medi operatori commerciali e altri 25 grossisti. Milocco è presidente dal 2019 e assieme al nuovo direttivo, con coraggio e determinazione, ha preso in mano una situazione per certi versi drammatica dopo che l’assemblea dei soci non aveva approvato il bilancio 2018.
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