Control Pet resta senza commesse: l’azienda chiude, 23 licenziamenti

SAN GIORGIO DI NOGARO. Chiude per mancanza di commesse la Control Pet (del Gruppo portoghese Selenis) di San Giorgio di Nogaro: avviata la procedura di licenziamento collettivo per i 23 lavoratori. L’azienda si concede due anni di tempo per la riapertura nel caso di mercati favorevoli.
Ad annunciarlo è Antonino Mauro della Uiltec Uil, sottolineando che «quando un’ azienda chiude è sempre un dramma per i lavoratori. Sono purtroppo consapevole che questo possa accadere per incapacità di gestione, per crollo della domanda di mercato.
Ciò che è insopportabile - afferma - è trovarsi di fronte a decisioni irrevocabili assunte in consigli di amministrazione a migliaia di km di distanza da manager che non hanno a cuore le sorti né del territorio né dei lavoratori utilizzati negli anni per fare profitto, tutto senza batter ciglio e senza minimamente dare la possibilità a un territorio e ai lavoratori di confrontarsi per provare a salvare l’attività produttiva.
La politica è stata ed è incapace di legiferare per obbligare le multinazionali presenti in Italia al rispetto delle procedure che vietino decisioni assunte senza controllo: si dovrebbero imporre penali altissime di fronte alle chiusure».
Il sindacalista della Uiltec afferma che il 13 marzo, i sindacati di categoria hanno ricevuto la comunicazione della Control Pet , di licenziamento collettivo per riduzione di personale, «con motivazioni del tutto discutibili. In questi 34 mesi (l’ex Artenius è stata acquisita nel luglio 2014) - afferma - , si è usato lo strumento della cigs prima e della cigo poi.
Siamo arrivati alla fine febbraio ed ecco l’amara sorpresa: il progetto iniziale di sviluppo del sito presentato dal Gruppo Selenis è acqua passata! Ora chiediamo il coinvolgimento della politica, sperando che non metta la testa sotto la sabbia come ormai siamo abituati a vedere».
La Control Pet si era aggiudicata all’asta di Artenius Italia del gruppo La Seda di Barcellona in liquidazione, per un milione di euro.
I contenuti del piano industriale illustrati allora a sindacati e maestranze prevedevano un primo reimpiego di trenta lavoratori, per poi arrivare a riassorbire fino a 40- 45 persone, ma l’impianto non è mai decollato. É stato predisposto tutto il necessario per l’ottenimento di tutte le certificazioni necessarie, vedi Fda americana, ai mercati più delicati, quelli del food, del farmaco e del medicale, ma se si eccettua per un breve periodo il sito non è mai stato produttivo.
Infatti neppure il lancio di “Genius”, il nuovo prodotto, a livello europeo, asiatico e americano, ha portato le auspicate commesse.
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