Continuano le razzie all’Autostar

Furto la notte seguente a quello da 120 mila euro. I titolari disperati: «Siamo sotto attacco. Servono più forze dell’ordine»

PORDENONE. Il giorno dopo, la beffa. Dopo la razzia di navigatori di ultima generazione – per un totale di circa 120 mila euro – nella notte tra mercoledì e giovedì, la banda specializzata in questo genere di apparecchiatura è tornata alla carica alla concessionaria Bmw e Mini del gruppo Autostar, in viale Venezia a Pordenone.

I malviventi hanno di nuovo fatto ingresso nell’area esterna dell’autosalone e hanno preso di mira una Bmw Serie. Stesse modalità della notte precedente e della ventina di altri furti subiti dalle varie concessionarie Autostar negli ultimi due anni, degne di una banda ben organizzata.

Hanno mandato un deflettore in frantumi per guadagnare l’accesso all’abitacolo ed estrarre dalla plancia il computer di bordo, che comprende il navigatore e altre funzioni. Il danno si aggira tra i 10 mila e i 15 mila euro.

«Siamo sotto attacco a tutti gli effetti – tuona il responsabile degli affari generali del gruppo, Giorgio Bonutto (fratello di Arrigo, presidente e amministratore delegato del gruppo che conta otto filili e oltre 200 dipendenti) –. La ripetitività dei furti è allarmante: in Friuli è necessaria la massima allerta delle istituzioni e delle forze dell’ordine. I malviventi devono avvertire la loro pressione: ora, invece, agiscono indisturbati».

Cinque furti negli ultimi due mesi, una ventina in due anni tra le concessionarie di Udine, Trieste e Pordenone. Sempre i navigatori di Bmw o Mercedes d’alta gamma. L’ammanco per l’azienda ormai supera i 300 mila euro.

«Stiamo facendo una figura meschina noi e lo Stato – non usa mezzi termini Bonutto –: la responsabilità non è delle forze dell’ordine, che fanno il proprio dovere, bensì del governo, che deve garantire misure repressive idonee». Già in un’altra occasione Bonutto aveva riferito che una banda di polacchi, dopo l’arresto per essere stata trovata in possesso di merce rubata all’Autostar, era stata rilasciata il giorno dopo.

«Stiamo già investendo – continua – cifre da paura in sicurezza». Il gruppo starebbe iniziando a vagliare anche di investire su guardie notturne, ma sarebbe un problema pensare di assumerne per ogni filiale. «La questione è di una gravità inaudita – aggiunge Bonutto – in nessuna parte d’Italia c’è un simile Far West. C’è qualcosa che non va se in un territorio così piccolo si verificano queste scorribande. Auspichiamo che aumenti la pressione delle forze dell’ordine».

Ma dove andrebbero a finire questi sofisticati navigatori? Le forze dell’ordine seguono varie piste che portano all’Est Europa, dove ci sarebbe un mercato dove questi “pezzi” sono molto richiesti. E c’è persino chi si è spinto fino a ipotizzare che il riutilizzo possa avvenire anche fuori dall’ambito delle auto di lusso, ossia per scopi militari.

Potrebbero, secondo questa ipotesi, finire su fronti “caldi” (come l’Ucraina) o laddove l’economia è “chiusa” (per esempio in Corea del Nord o in Bielorussia, a favore di alti gerarchi che viaggiano su auto decisamente fuori dalla portata dei rispettivi comuni concittadini).

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